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Regione Puglia, Emiliano indagato per una nomina. L’annuncio su Facebook

La Redazione
Nell'inchiesta della Procura di Foggia era già stato notificato un invito a comparire all'assessore regionale al Welfare Salvatore Ruggeri
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C’è anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano tra gli indagati nell’inchiesta della procura di Foggia su una presunta nomina pilotata nell’azienda pubblica Castriota e Corropoli di Chieuti. La notizia è emersa durante l’interrogatorio di garanzia a cui è stato sottoposto l’assessore regionale al Welfare Salvatore Ruggero.

Sia Emiliano che Ruggero sono indagati per corruzione. Secondo l’ipotesi del pm Marco Gambardella, costruite sulla scorta degli accertamenti della guardia di finanza, avrebbero ipotizzato di nominare come commissario dell’azienda pubblica (i cui vertici si sono dimessi) una persona indicata dalla politica, violando “i principi di discrezionalità tecnica a cui dovrebbe soggiacere la pubblica amministrazione, non consentendo una comparazione imparziale dei soggetti in gioco

«Ho appreso dall’assessore Ruggeri – ha scritto su Facebook il governatore Emiliano – di essere anche io sottoposto ad indagini preliminari. Pur non avendo ricevuto alcuna comunicazione ufficiale, voglio io stesso comunicare la notizia per dovere di trasparenza verso i miei concittadini.

L’accusa consiste nell’avere ricevuto indicazioni politiche da un consigliere regionale per nominare commissario di una Asp una determinata persona.

E ciò, nonostante io abbia ritenuto di non accogliere tale indicazione formulatami sin dal febbraio 2019, tanto che nessuna nomina è stata effettuata sino ad oggi.

Non ho accolto l’indicazione nominativa ricevuta avendola ritenuta non pienamente soddisfacente alla luce delle mie prerogative discrezionali.

Infatti ero libero di proporre alla giunta qualunque nominativo, senza limiti di qualificazione professionale e senza necessità di procedure ad evidenza pubblica non previste da nessuna legge nazionale o regionale per l’incarico di commissario.

Rispondo dunque per una nomina mai effettuata, per non avere mai accolto le indicazioni di coloro che la peroravano. Credo di essere il primo pubblico amministratore chiamato a rispondere per una nomina mai effettuata.

Anzi per avere respinto la legittima indicazione politica ricevuta da un membro della assemblea legislativa regionale membro della maggioranza di governo che aveva pieno titolo di propormi un nome per quell’incarico.

Sono dunque chiamato a rispondere di un reato contro la pubblica amministrazione (che prevede la adozione di un atto amministrativo come elemento costitutivo del reato stesso) senza averlo mai adottato nonostante siano passati mesi e mesi dalla indicazione ricevuta.

I fatti di cui sono accusato sono la assoluta normalità con riferimento alle nomine discrezionali dove i consiglieri regionali di maggioranza e di opposizione normalmente offrono al presidente della giunta indicazioni e suggerimenti data anche la loro conoscenza del territorio.

Non escludo che alcune di queste indicazioni siano alle volte pittoresche, veementi, fondate su pressioni e interessi politici, finanche elettorali in alcuni casi, ma a mio parere tali indicazioni sono sempre legittime perché finalizzate all’esercizio di un potere assolutamente discrezionale.

Comprendo tuttavia che la questione possa essere oggetto di diversa opinione.

Ma quel che sinceramente fatico a comprendere è come si possa pensare che un reato sia stato commesso rigettando l’indicazione ricevuta.

Resta comunque ferma per principio la mia fiducia nella giustizia alla quale chiedo celerità negli accertamenti».

mercoledì 16 Ottobre 2019

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