Politica

Bobo Craxi a Bari: questa è la capitale del socialismo

Antonella Ardito
Del simbolo di Bettino ci sono solo i petali: basteranno per prendere il 3% alla Camera?
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Compagni da tutta la regione per salutare le candidature alla camera ed al Senato dei Socialisti, il partito capeggiato da Bobo Craxi che ha scelto di stare a sinistra "per portare avanti una politica di riforme".
Questi gli uomini e le donne che si salutano nella Sala Tridente della Fiera del Levante in una domenica uggiosa di pioggia: vociare coperto da Viva l’Italia di De Gregori, che si ferma per accogliere i capilista alla camera, Francesco Simone e al Senato Alberto Tedesco.

Per Montecitorio in lizza con il numero cinque anche Antonio De Caro, assessore alla Mobilità del Comune di Bari: poche le possibilità di riuscita ma mai disperare.
Sul palco anche Rino Formica, già ministro in tempi ormai passati e "interprete della visione nenniana" secondo l’assessore regionale alla Sanità Tedesco: "Il passato non si rinnega", gli fa eco Bobo Craxi, accolto tra sventolio di garofani e applausi scroscianti: nell’emblema dal fondo purpureo c’è una stilizzazione dei petali del fiore simbolo di anni di pentapartito e di successi di Bettino.

Lo stelo forse è finito negli altri simboli dei partiti che da destra a sinistra caratterizzano la diaspora socialista: "Non potevamo stare con la Casa delle Libertà" grida Bobo dal palco "quella è la casa del grande Fratello, dove c’è uno spionaggio continuo" e chiara anche la critica alla "Rosa nel pugno" di Boselli schieratosi con la Bonino: "si ritroverà con un pugno di mosche".

Craxi è per un rinnovamento strutturale che deve partire dal Mezzogiorno ed elogia Tedesco "che ha compiuto una vera azione socialista rimovendo il ticket" e affermando che "possiamo riprendere il nostro ruolo e riaffermare la nostra identità stando a sinistra perché i socialisti sono da sempre il sismografo della vicenda politica italiana."

L’ipotesi di affermazione positiva (almeno un tre percento) qui in Puglia dei Socialisti porterebbe a Palazzo Madama Tedesco e il secondo nome in lista, l’oculista barese Antonio Acquaviva; per Montecitorio invece i giochi sono più complicati, dovendo tener d’occhio l’andamento nazionale del partito.

lunedì 20 Marzo 2006

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