Cultura

“Migrazioni: la narrazione per immagini di ieri e di oggi”, il Pulitzer Deghati al World Press Photo

La Redazione
World Press Photo, il più importante concorso di fotogiornalismo al mondo, a Bari per il quinto anno consecutivo. In attesa dell'inaugurazione Deghati, fotoreporter di fama mondiale, ospite a Bari
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Dopo tre anni il World Press Photo torna lì dove tutto ha avuto inizio.

Si inaugura alle 18.30 di venerdì 17 maggio al Teatro Margherita di Bari (apertura al pubblico alle ore 20.30, chiusura alle 23.00).

Saranno presenti Lars Boering, direttore generale della Fondazione World Press Photo e i rappresentanti delle istituzioni locali.

World Press Photo è il più importante concorso di fotogiornalismo al mondo, organizzato dall’omonima fondazione olandese dal 1955, e la mostra delle sue foto, ogni anno rinnovate, viene allestita in un centinaio di sedi in 45 Paesi diversi.

Sarà ospitata a Bari per il quinto anno consecutivo, fino al 23 giugno, grazie all’impegno della società CIME di Vito Cramarossa che durante il periodo espositivo organizzerà, come ogni anno, incontri di approfondimento sul mondo del fotogiornalismo ospitando nel capoluogo pugliese fotoreporter di fama internazionale.

Tante le novità di questa nuova edizione.

In attesa dell’inaugurazione Cime, in collaborazione con l’associazione studentesca Link Bari, ospiterà a Bari, Manoocher Deghati, fotoreporter di fama mondiale due volte vincitore del World Press Photo e di un premio Pulitzer. Nel corso della conversazione/intervista, condotta da Giuliano Foschini, giornalista de La Repubblica, si parlerà delle migrazioni, di come vengono raccontate e descritte dai media e di come questa narrazione sia cambiata da ieri a oggi. L’appuntamento da non perdere, aperto al pubblico, e gratuito, si terrà lunedì 13 maggio alle ore 11.00 nell’aula Leogrande all’interno dell’ex Palazzo delle Poste di Bari (Piazza Cesare Battisti).

giovedì 9 Maggio 2019

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Franco
Franco
4 anni fa

Infatti, il fenomeno migrazione viene descritto con “narrazioni” di natura politica, sentimentale, sociologica invece che non sempre aiutiamo a capire e tanto meno a risolvere il problema.
Si trascura il fatto che non si tratta quasi mai di migrazioni volontarie ma piuttosto di un vero e proprio traffico di uomini dall'Africa all'Europa, per sfruttarli come manodopera a basso costo in agricoltura.