Cultura

Pasolini di Lino De Venuto in tutta la sua sconvolgente attualità

Giovanni Boccuzzi
Lo spettacolo in scena al Duse è un viaggio sui binari della vita dell'intellettuale assassinato
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Parole dure che hanno scosso le coscienze. Parole che hanno scalfito gli schemi perbenisti di un’Italia vittima di un genocidio culturale. Parole che hanno denunciato, smontato, predetto. Sono le parole di una sconvolgente attualità, che ci ha lasciato Pier Paolo Pasolini, poeta, intellettuale, regista e scrittore, e che ci vengono restituite in tutta la loro forza da Pasolini Prima e Dopo di Lino De Venuto.

Andato in scena al Teatro Duse di Bari dal 30 ottobre al 9 novembre, lo spettacolo usa i versi e i testi delle opere letterarie, dei film, delle interviste e degli articoli del poeta di Casarsa, unendole e formando qualcosa che va ben oltre il semplice omaggiare l’emblematica figura dell’intellettuale trovato morto all’idroscalo di Ostia.

Padroneggiando il linguaggio teatrale e aprendosi verso interessanti sperimentazioni sceniche, il regista e attore Lino De Venuto trasporta lo spettatore lungo i binari della vita di Pasolini, fatta di incontri, scontri e viaggi sul treno, dove il poeta produceva i suoi versi.

De Venuto dà voce e corpo a Pasolini: all’apertura del sipario l’attore è disteso per terra, con la camicia sporca di sangue e una busta dell’immondizia sulla testa. Un corpo inerte che prende vita per raccontare la propria storia attraverso le proprie inconsumate parole.

A incorniciare la performance di De Venuto ci sono i bravi Gianbattista De Luca, Tiziana Nuzzo e Emanuella Lomanzo, insieme agli attori Claudio Cammisa, Mauro Milano e Pietro Matarrese, questi ultimi nel ruolo di cercatori di un’insondabile verità e di quei “ragazzi di vita” che con la loro innocente vitalità hanno ispirato lo scrittore.

Al termine dello spettacolo, sulle note di Una storia sbagliata di Fabrizio De Andrè, viene invitata sul palco una spettatrice per leggere una toccante lettera che il poeta greco Panagulis ha scritto in occasione della morte di Pasolini.

Infine, facendosi i portavoce di un sentimento comune, gli attori si sono disposti a cerchio intorno ad una foto ritratto di Pasolini posta su un cavalletto, e a ciascuno di loro non è restato che dire: “Avevi ragione tu, Pier Paolo…”

domenica 11 Novembre 2018

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