Cultura

Bagno di folla per i Marlene Kuntz

Antonio Tuzza
Al Palatour di Bitritto per il nuovo album "UNO"
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Pubblico in delirio la sera dell’8 marzo al Palatour Perla di Bitritto (Ba), scenario dell’unica data in Puglia dei Marlene Kuntz, gruppo storico del rock italiano attualmente in tournèe per promuovere l’album “Uno”, ultima fatica discografica di Cristiano Godano (chitarra e voce), Riccardo Tesio (chitarra), e Luca Bergia (batteria e voce), coadiuvati da David Arneodo (piano, violino, percussioni e voce) e Luca Saporiti (basso).

Il concerto è iniziato con un testo pre-registrato: la voce di Cristiano Godano, autore dei testi, e una sua riflessione, contenuta “sotto pelle” nelle sue canzoni. C’è qualcosa di profondamente sbagliato nell’amore, capace di alimentare enormi passioni ma anche enormi catastrofi in cui ci si perde, soprattutto quando ci si è convinti che il numero giusto sia il “due”, la coppia, mentre l’unico vero numero importante è l’”uno”, l’individuo, e la sua capacità, anche nell’amore, di mantenere l’equilibrio su se stesso, arrivando a “fingere veramente”. In questo senso Godano strizza l’occhio al poeta portoghese Fernando Pessoa, perché “Il poeta è un fingitore. Finge così completamente che arriva a fingere che è dolore il dolore che davvero sente”.

Ed è su questa linea di principio che nascono le liriche di Godano: testi avvolgenti, a volte pungenti, a volte morbidi e sospesi, ma sempre ispirati ed evocativi, nei quali ci si ritrova sempre, come esperienze personali vissute. Se questa è l’anima del testo pop per antonomasia (la calcolata immedesimazione dell’ascoltatore nel testo della canzone), quella dei Marlene Kuntz non è mai banale, non cerca scorciatoie o facili percorsi, bensì riesce a guardare direttamente in faccia il proprio interlocutore mostrando quasi sempre il lato “disarmonico”, cupo e profondo di ogni rapporto amoroso.

Ma è nell’intreccio intimo tra testo e musica il vero segreto dei Marlene Kuntz, in cui la dinamica degli strumenti segue sempre la dinamica del testo, aggredendo o accarezzando il pubblico, soprattutto ad opera degli arrangiamenti delle chitarre elettriche (tutte Fender e Gibson), di cui il gruppo ha fatto orgogliosamente sfoggio, tirando fuori una chitarra diversa quasi per ogni pezzo, e facendo crepare d’invidia ogni chitarrista consapevole presente in sala.

È sempre una piacevole sorpresa vedere che c’è ancora qualcuno che si emoziona suonando e cantando, qualcuno che sa quanto sia importante rivivere il senso profondo delle proprie canzoni ogni volta che le si propongono al pubblico, soprattutto ad un pubblico affezionato, come quello del Palatour, con quasi tutti i testi delle canzoni mandati a memoria, e cantati insieme a Godano & Co, costretti a due intense uscite di bis prima di ringraziare e andar via.

lunedì 10 Marzo 2008

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