Cultura

Il rock klezmer di David Krakauer

Antonio Tuzza
Concerto in esclusiva nazionale per Time Zones 2007
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Abbastanza spiazzante sapere di andare a vedere un concerto di musica klezmer, con uno dei più acclamati clarinettisti al mondo, e trovarsi davanti una formazione rock, fatta da due chitarre elettriche, basso elettrico, batteria e campionatori. Di tutte le contaminazioni ormai sperimentate questa era ancora in sospeso, ma sono bastati pochi pezzi per convincere il pubblico della felice continuità e sovrapponibilità tra generi, stili e forme solo apparentemente tanto diversi. Tutto grazie alla energica mescolanza musicale di David Krakauer (clarinetto e voce) e il suo ensemble “Klazmer Madness”, formato da Sheryl Bailey (chitarra), Alan Watsky (chitarra), Michael Sarin (batteria), Nicky Parrot (basso elettrico) e SoCalled dj (sampler), in esclusiva nazionale al Royal per l’edizione 2007 di Time Zones.

Le melodie del clarinetto, costruite su classiche scale klezmer, si sono srotolate sulla perfetta armonia tra improvvisazione jazz, rock serrato e forme musicali asimmetriche, interpretate da un’orchestrazione tipicamente occidentale, fatta di movimentati ritmi funky che hanno entusiasmato il pubblico, grazie anche alle trascinanti linee di basso della bella Nicky Parrot, e alla “funky rhythm guitar” (così è stata presentata da Krakauer) di Alan Watsky.
Una particolare menzione merita lo stile batteristico di Sarin, il quale, soprattutto in presenzi delle basi ritmiche lanciate da SoCalled, riesce quasi a trasformare i tamburi in note, dando più l’idea della batteria (suonata anche inconvenzionalmente sui fusti esterni dei tamburi) come di uno strumento melodico più che ritmico, non solo grazie ad un emozionante controllo della dinamica sullo strumento, ma anche grazie alla capacità non comune di dare valore alle pause, quei momenti sospesi e silenziosi in cui chi sa ascoltare “sente” ancora tanta musica.

Di grande impatto il lavoro del dj, impegnato al controllo dei loop ritmici e talvolta rapper inaspettato; ma c’è di più, SoCalled si è rivelato capacissimo fisarmonicista, che ha sorpreso il pubblico quando, per una infelice regolazione di livelli da parte del fonico di sala, è stato costretto a eseguire il suo pezzo senza l’ausilio di amplificazione; infatti spostatosi davanti al palco, voce e fisarmonica hanno risuonato in tutto il cineteatro col pubblico in religioso silenzio, incantato da uno struggentissimo brano yddish, finito in un’esplosione di applausi.

Il clarinetto “parlante” di Krakauer è stato il collante di tutta la musica della serata. Il suo controllo dello strumento è totale, dandone prova con una perfetta respirazione circolare che gli ha permesso di tenere note lunghissime, alterandone solo timbro e dinamica; ed è questa la particolarità del clarinettista americano, la sua costante ricerca delle possibilità timbriche fino all’estremo delle sue possibilità fisiche dello strumento, senza mai cadere nello sterile virtuosismo.

Nonostante suono e amplificazione non fossero felicissimi, gli artisti hanno dato prova del loro grande talento, che ignora anche le difficoltà tecniche e fa emergere il dono più grande che un musicista possa desiderare: l’immediatezza (intesa come rapporto non-mediato) tra sé e il proprio strumento, che diventa appendice di quella parte dell’anima che soffia l’emozione verso il pubblico. Una serata che nel finale ha coinvolto il pubblico, in piedi e sotto il palco, ma che sin dall’inizio “costringeva” tutti i presenti a tenere il tempo col piede al ritmo energico di questa riuscitissima contaminazione musicale.

lunedì 26 Novembre 2007

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