Diagnosi corretta e precoce: questa la ricetta di Raffaele Numo per migliorare e modificare radicalmente la storia e la qualità della vita delle pazienti ( si tratta in massima parte di donne) affette da connettiviti. E’ contenuta nero su bianco nel progetto , finanziato dall’assessorato alla Salute della Regione Puglia, e coordinato dallo stesso clinico, che ha permesso la nascita del nucleo del Registro delle connettiviti. Se ne è discusso ieri in un noto alberego cittadino durante il convegno: “Le connettiviti, aspetti clinici e bioumorali”.
Purtroppo – come precisa il professor Numo – sintomi comuni ed apparentemente banali, come per esempio malessere generale, sensazione di stanchezza, febbre, dolori articolari e muscolari e dimagrimento possono essere sottostimati sia da chi è affetto da connettivite ma spesso, dal medico di famiglia che non attribuisce il corretto valore di questi segnali per una corretta diagnosi. E’ per questo che è necessario creare un collegamento fra medico di famiglia e reumatologo. La diagnosi precoce, infatti, permette di intervenire prima che la malattia abbia provocato danni irreparabili.
Le malattie del connettivo sono patologie di interesse reumatologico e internistico ma ogni disciplina medica può esserne chiamata in causa; sono poco note, considerate malattie rare, ma non lo sono. L’organismo perde la capacità di riconoscere la sua costituzione strutturale come propria ed aggredisce i suoi organi interni (cuore, rene, vasi, articolazioni, cervello) considerandole strutture esterne. Accade così che l’organismo aggredisca se stesso, danneggiandosi e distruggendosi lentamente.
Queste affezioni, nei casi più gravi portano a morte, spesso sono altamente invalidanti e si accompagnano sempre ad una bassa qualità della vita dei pazienti. Come se non bastasse in Puglia le strutture dove possono rivolgersi i pazienti sono poche e distribuite male. Assenti, per esempio, nel Tarantino e nell’area della sesta provincia. Secondo il professor Numo dar vita al registro delle Connettiviti si è rivelato molto utile non solo per raccogliere dati sull’identikit dei malati in Puglia ma anche per valutarne costi sociali ed economici diretti ed indiretti.