Grande pubblico e passione al Castello Svevo
Quarrymen: una splendida realtà
Nel nome dei Fab Four, ben 30 brani ormai parte integrante della Musica classica
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Ad ogni modo, sono stati i Quarrymen a dare vita a quella magia. Un concerto semplicemente perfetto, ben calibrato, studiato nei minimi dettagli, con i tempi ed i ritmi adatti, che si susseguivano in un'altalena di emozioni. Era come se la premiata ditta Tuzza-Ciardo-Loprieno-Traetta decidesse a proprio piacimento quali corde dell'anima far vibrare nel pubblico. Ci sono state "She loves you", cantata a gran voce dal pubblico, "Help", un grande classico, "Michelle", intimista, "Hey Jude", bellissima, "Yesterday" che il pubblico ha accolto con una genuina ovazione, "Ticket to ride" divertentissima, "Something" a tratti delicata come la punta di un pennello e a tratti potente e vibrante, "Come together" da manuale, "Lady Madonna" che ha fatto scatenare tutti, "Let it be" potente ed universale. Anche davanti ai brani meno noti come "Norwegian wood", "You've got to hide your love away", "Nowhere man" o poco conosciuti come "Taxman", "Run for your life" e "Till there was you", il pubblico ha recepito perfettamente il sound beatlesiano, nella perfetta integrazione del genio dei Fab Four interpretato da quattro talentuosi ragazzi.
Già, i quattro talentuosi ragazzi.
Antonio Tuzza, chitarra, pianoforte, armonica e voce: ha tenuto il gruppo in una mano ed il pubblico nell'altra, mantenendo il sangue freddo davanti ad un piccolo intoppo tecnico, velocemente risolto. Ha cantato, suonato, fatto battute. La voce gli si è incrinata dall'emozione tre volte, la più sentita delle quali è stata l'ovazione che ha chiesto per salutare Mimmo Bucci, il musicista "assurdamente, tragicamente e prematuramente scomparso a maggio che, come noi, era amico della musica". Antonio Tuzza è un leader ed è musica pura.
Renato Ciardo, batteria e voce: è nato con il ritmo nel sangue, la batteria è sua amica e lo era particolarmente ieri sera. A tratti commosso anche lui, ha fatto l'andatura del gruppo, tenendo il tempo e dando i tempi. Misurato e divertente anche negli interventi, anche lui ha ceduto un paio di volte all'emozione, ma, da autentico professionista e talento totale qual è, è riuscito a tenere testa a se stesso e ad entusiasmare i tantissimi che affollavano la corte del Castello svevo.
Alessandro Loprieno, basso e voce: una signora, nel pubblico, mormora "il bassista è bello come McCartney". Ad un anno dal debutto, ci sta dentro ogni momento di più. Sussurra "Michelle", ispira entusiasmo, si siede davanti alla batteria per un momento di pausa. E' protagonista assoluto in "Come together" che il pubblico ascolta in religioso silenzio, assorbito dal magnetismo che emana. Salvo poi esplodere con lui sulla frase finale, "over me".
Gianfranco Traetta, chitarra solista e voce: anche a volerlo fare intenzionalmente, non ne ha sbagliata una. E non era facile per l'ultimo acquisto del gruppo, da sette mesi titolare della postazione che, nei Beatles, fu di George Harrison. Concentratissimo all'inizio, si è sciolto piano piano ed ha regalato momenti di grande trasporto, interpretando il proprio strumento con impegno e professionalità, capace di autoironia e di scherzare con il pubblico. I suoi assoli sono valsi il caldo torrido dell'inizio e il freddo penetrante della fine.
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