Cronaca

Uccisero il boss per gestire il traffico della droga: condannati a 20 anni due pregiudicati baresi

La Redazione
Sentenza di condanna per Saverio Faccilongo e Vito Antonio Catacchio, rei confessi dell'omicidio volontario di Gianluca Corallo, il boss del clan Strisciuglio di Bari ucciso il 7 febbraio 2016
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Il gup del Tribunale di Bari Maria Teresa Romita ha condannato alla pena di 20 anni di reclusione i pregiudicati baresi Saverio Faccilongo e Vito Antonio Catacchio, rei confessi dell’omicidio volontario di Gianluca Corallo, il boss del clan Strisciuglio di Bari ucciso il 7 febbraio 2016. Riconosciute nei confronti degli imputati le contestate aggravanti mafiosa e della premeditazione.

Tra la fine del 2015 e i primi mesi del 2016, – stando agli accertamenti dei Carabinieri, coordinati dai pm della Dda Giuseppe Gatti e Lidia Giorgio – era in corso una faida interna al clan Strisciuglio per la leadership nella gestione dei traffici di droga. Corallo, referente del clan era all’epoca, aveva stretto una sorta di alleanza con gli ‘esodati’ del clan rivale Di Cosola. Faccilongo era deciso a punirlo e a diventare il nuovo capo.

Dopo una prima intimidazione, nel novembre 2015, nel circolo ricreativo di Corallo, ‘la ciurma biancorossa’, Faccilongo avrebbe progettato l’omicidio, commissionandolo al suo killer di fiducia, Catacchio, il quale una domenica pomeriggio di febbraio avrebbe raggiunto Corallo per strada uccidendolo con un colpo di pistola in pieno volto.

La sentenza di condanna è stata emessa al termine di un processo celebrato con il rito abbreviato

giovedì 14 Novembre 2019

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