La Corte d’Appello di Bari ha confermato la condanna a sedici anni per Maria Misceo, nipote del boss Giuseppe, imputata per l’omicidio di Donato Sifanno, freddato il 15 febbraio 2014 nel quartiere San Paolo di Bari con 18 colpi di kalashnikov.
I giudici hanno ridotto le pene da 10 a 7 anni per Domenico Mercurio (collaboratore di giustizia) e da 9 a 1 anno quella per Michele Fasano.
Assolto “per non aver commesso il fatto” Giuseppe De Lauro, condannato in primo grado a 10 anni di reclusione, subito tornato in libertà.
Il procedimento riguarda coloro accusati di aver fornito supporto logistico, controllato e segnalato i movimenti della vittima, procurato e conservato le armi tra cui quella utilizzata per compiere l’agguato mafioso.
Nei mesi scorsi erano stati condannati in primo grado i presunti esecutori materiali dell’omicidio, Francesco Pace e Domenico Miceli, rispettivamente a 19 e a 20 anni di reclusione.
Sono invece diventate definitive le condanne nei confronti del mandante del delitto, il boss Giuseppe Misceo e di un altro degli esecutori materiali, il pluripregiudicato Arcangelo Telegrafo: per entrambiuna pena di a 30 anni di reclusione.
Sifanno, nipote del boss Giuseppe Mercante, in base alle indagini della Squadra Mobile, coordinate dal procuratore aggiunto Roberto Rossi, venne investito da una pioggia di proiettili mentre era bordo dell’auto.
Alla base del delitto vi sarebbero stati contrasti interni alla criminalità organizzata per il predominio del clan Misceo nel quartiere.