Dopo tre giorni di lavoro sono stati quasi completamente svuotati i serbatoi del mercantile Efe Murat, naufragato al largo della spiaggia di “Pane e pomodoro” il 23 febbraio scorso.
Le operazioni verranno concluse stamattina e si passerà alla fase successiva, quella più complicata: la rimozione della nave.
Un’operazione non semplice. E non brevissima. Probabilmente per rimuovere il mercantile sarà necessario almeno un mese.
L’imbarcazione, lunga 97 metri, è adagiata sugli scogli, in un punto in cui il mare è poco profondo.
I tecnici della società svizzera incaricata dalla compagnia di assicurazione dell’armatore hanno rilevato la presenza di almeno una decina di falle e stanno cercando di capire se queste falle possono essere riparate sul posto per permettere al mercantile di riprendere la navigazione.
Una delle ipotesi che sono al vaglio dei tecnici per fare in modo che il mercantile Efe Murat possa essere trainato è quello di usare casse galleggianti: lo stesso metodo che era stato utilizzato dopo il naufragio della Costa Concordia.
Altro aspetto è l’indagine: la pm Larissa Catella dovrà appurare come mai il comandante, il turco Oral Kucukyildiz, un marittimo di esperienza, non abbia saputo governare la nave, finendo contro gli scogli a pochi metri dalla riva.
L'impressione generale è che come per la Costa Concordia (o per i lavori condominiali) si stia cercando di farla più grossa di quanto sia realmente per aumentare artificialmente i costi e realizzare un nell'affare sull'onda della cronaca più che su quella del mare.
Dire che si vuole usare “lo stesso metodo della,Costa Concordia” non serve a rasserenarci. Anzi.