Cronaca

Operazione “Mezzobusto”, sgominata banda che “aiutava” a superare l’esame per la patente

La Redazione
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Operazione "Mezzobusto"
Per superare l'esame i candidati indossavano abiti al cui interno erano nascoste microcamere e auricolari forniti dall'organizzazione criminale. Numerose scuola guida anelli di congiunzione con il sodalizio crimonoso
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Si è conclusa con successo una capillare attività di indagine della Polizia di Stato che ha portato a 70 sequestri preventivi di patenti, intestati a cittadini italiani e stranieri residenti a Bari e provincia, ma anche a Brindisi e Taranto, ed al deferimento alla Procura della Repubblica Presso il Tribunale di Bari di 9 persone ritenute responsabili del “reato di associazione a delinquere finalizzata ad agevolare il conseguimento di titoli abilitativi alla guida di veicoli con metodi fraudolenti, nonché di ulteriori 83 soggetti in concorso con i sodali nei numerosi reati acclarati”.

Grazie alla indagine – avviata nel mese di luglio 2014 e proseguita sino al mese di giugno 2015, sotto lo stretto coordinamento del pubblico ministero Luciana Silvestris – è stata scoperta a Bari una base operativa – con diramazioni nelle province vicine – “fortemente attiva, ben collaudata e professionalmente dedita a tale illecita attività”.

Nell’indagine è emerso come il sodalizio criminoso individuato dalla Polizia avesse implementato il metodo della “radiocomunicazione” con il candidato presente nella sala esami del Dipartimento dei Trasporti terrestri, con un sistema di “assistenza alla risposta” telematico – direttamente connesso con una “centrale operativa” ubicata lontana dagli Uffici della Motorizzazione, presso l’abitazione di uno degli indagati.

Le intercettazioni hanno dimostrato addirittura le “prove preliminari” sostenute in preparazione all’esame vero e proprio da parte di candidati con pochi scrupoli, forniti anche da scuole guida compiacenti ben disposte ad aiutare anche il più recalcitrante allo studio dei propri clienti.

Sintomatiche sono state le intercettazioni telefoniche e telematiche captate tra gli organizzatori, nelle quali veniva anche simulata la lettura della schermata video d’esame con prova di ricezione da parte del complice addetto alla verifica audio.

Tuttavia, il sistema messo a punto non era in grado di dissimulare la tranquillità dei candidati privi di scrupolo che, a più riprese venivano individuati e smascherati dai poliziotti, abilmente nascosti e confusi tra genitori in attesa e privati cittadini ed ai quali non sfuggivano abbigliamenti poco compatibili con le temperature in atto. Infatti nel corso delle indagini, a più riprese, sono state rinvenute e sequestrate attrezzature di trasmissione videotelematiche occultate addosso ai candidati.

Gli investigatori hanno individuato i luoghi nella disponibilità dell’organizzazione criminale, ove letteralmente “vestire” i candidati all’esame, non solo delle apparecchiature tecniche, ma anche con capi di abbigliamento idonei a nascondere i dispositivi, anche con l’aiuto di donne organiche all’ambito criminale.

Nella “centrale operativa” sono stati sequestrati routers, antenne specifiche per trasferimento dati a grandi/medie distanze, computer portatili, telefoni celluari, sim telefoniche e dati pronte per essere utilizzate, non disgiunte dal canonico manuale per i quiz, da tenere a portata di mano per i suggerimenti più ostici.

Al termine delle attività di indagine sono stati identificati tutti gli associati del sodalizio e i candidati che, truffando, avevano conseguito la patente di guida ed, in alcuni casi, anche la Carta di Qualificazione del Conducente, indispensabile per il trasporto professionale delle merci su gomma.

L’attività d’indagine ha permesso di individuare e identificare i sodali e ruoli dai medesimi rivestiti all’interno della compagine criminosa:

  • al vertice del sodalizio “a conduzione famigliare” è stato individuato un uomo, classe 1958, pluripregiudicato barese di elevatissimo spessore e notoriamente contiguo al clan “Parisi” del quartiere barese Japigia, attualmente detenuto per altra causa, aiutato da tre congiunti, rispettivamente classe ‘64, ’91 e ’86, con il ruolo di staffette, vedette e supporto logistico ai candidati;
  • un altro uomo, classe ‘80, esperto utilizzatore dei sistemi di comunicazione telematici (versosimilmente acquistati da società operanti nel settore della vendita di attrezzature per spionaggio ed investigazioni) si è dimostrato in grado di gestire la c.d. “Regia”, ovvero la base operativa ubicata presso la propria abitazione, presso la quale venivano mantenuti tutti i collegamenti telematici con i candidati, sia nella fase propedeutica (finalizzata a testare di volta in volta la funzionalità della strumentazione utilizzata) che – nel corso gli esami a quiz presso la locale Motorizzazione – la parte logistica ovvero il trasferimento per e da la Motorizzazione di Bari con il successivo recupero delle costose apparecchiatura, avvalendosi della collaborazione di un uomo nato nel 1989 e, in alcuni casi, dello stesso capo, l’uomo classe 1958;
  • nel corso delle attività propedeutiche alla“preparazione” di candidate veniva in rilievo la figura di una donna sodale, nata nel 1980.

L’indagine ha dimostrato che, ad avvalersi della banda, vi erano anche titolari senza scrupoli di scuole guide, di Bari e provincia, i quali si sono dimostrati veri e propri anelli di congiunzione tra i candidati e l’organizzazione.

Rilevante il giro di danaro connesso all’illecita attività, pari a circa 250.000 euro: ogni “esame telematico” poteva costare dai 2000 ai 3000 euro in funzione della tipologia di prova da superare.

«Il sequestro preventivo del considerevole numero di titoli abilitativi alla guida, disposto dal G.I.P. del Tribunale di Bari Marco Galesi, – si legge in una nota della Polizia – ha sicuramente rappresentato un segnale forte di ripristino della legalità atteso che i conducenti, cui sono state sequestrate le patenti, dovranno sottoporsi nuovamente agli esami».

giovedì 22 Novembre 2018

(modifica il 7 Giugno 2022, 12:46)

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