Cronaca

Le mani di mafia e ‘ndrangheta sul gioco online, arresti anche in Puglia

La Redazione
Tra i destinatari dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere ci sono anche Vito Martiradonna, detto "Vitin l'Enèl", nome pesante tra i clan di Sicilia, Calabria e Campania e Tommy Parisi, figlio del boss Savinuccio
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Ci sono anche Tommy Parisi, il figlio cantante del boss di Bari Savinuccio, e il pluripregiudicato Vito Martiradonna, detto ‘Vitin l’Enèl’ (considerato cassiere del clan Capriati e oggi un ‘bookmaker’) tra i 22 destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere eseguita dalla Gdf nell’ambito di una indagine della Dda di Bari su un giro di scommesse online illegali gestite della mafia, con cui i due clan avrebbero movimentato oltre un miliardo di euro.

Nell’indagine, che ha portato al sequestro di beni per 200 milioni, e nella quale sono indagate 44 persone, si contestano, a vario titolo, i reati di associazione mafiosa, riciclaggio e autoriciclaggio, truffa e reati tributari, raccolta abusiva di scommesse, trasferimento fraudolento di valori e intestazione fittizia di beni. Oltre a Martiradonna sono stati arrestati anche i suoi tre figli Francesco, Mariano e Michele. Tommy Parisi, che è accusato di trasferimento fraudolento di valori con l’aggravante mafiosa, non è stato ancora catturato.

L’indagine – spiega in una nota la Procura di Bari – attesta il definitivo passaggio dalla mafia militare a quella degli affari, certificando la radicale evoluzione in chiave economico-finanziaria di quelli che sono, sul piano strategico, i nuovi ambiziosi obiettivi della criminalità barese. Non più semplice attività di riciclaggio, ma investimenti diretti nei settori di avanguardia del mercato economico globale.

La mafia degli affari ha ora assunto, stabilmente, una sua specifica identità imprenditoriale e “cerca nuovi adepti nelle migliori Università”. Ora più che mai, spiegano in Procura, “gli indici” non tirano più i grilletti delle armi ma “cliccano” sulle tastiere dei personal computer e sugli smartphone di ultima generazione per gestire in rete il gioco d’azzardo e “per movimentare” il denaro ricavato.

«Promotore di questa vasta organizzazione – scrive la Procura – è senza dubbio Vito Martiradonna, più noto alle cronache giudiziarie con il nomignolo di “VitinlEnèl”, già condannato per il delitto di associazione di tipo mafioso insieme al boss ergastolano al 41 bis Tonino Capriati nel processo “Borgo Antico”, significativamentedefinito in quella sentenza come “cassiere”del clan, dotato di “mente raffinata”».

«Da cassiere a bookmaker: questo è oggi il grande salto di qualitàdi Martiradonna, reso possibile dal decisivo contributo della nuova generazione di famiglia e, in particolare, dalle straordinarie competenze tecniche acquisite nel settore delle scommesse da Francesco Martiradonna, supportato dai suoi fratelli Michele e Mariano: sono i figli di Vito Martiradonna. E’proprio la sinergia di conoscenza tecnica e fama criminale il binomio vincente su cui i Martiradonna hanno fondato il successo economico e la rapida ascesa imprenditoriale, diventando un vero e proprio punto di riferimento anche per le organizzazioni mafiose interessate a questo lucroso business. Ciò, in particolare, è avvenuto non solo in ambito locale, dove i Martiradonna hanno proficuamente interagito con autorevoli esponenti del clan Capriati e del clan Parisi, ma anche in Sicilia, Calabria e Campania, regioni notoriamente dominati dalle cd. mafie storiche, perché anche per Camorra, ‘Ndrangheta e Cosa Nostra “Martiradonna è un nome pesante”».

mercoledì 14 Novembre 2018

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