Cronaca

Reati fiscali e riciclaggio. Dia sequestra 31 milioni, tre arresti e 28 indagati

La Redazione
Maxi operazione antiriciclaggio in Puglia, Lombardia, Piemonte e Lazio
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Beni mobili e immobili, complessi aziendali e disponibilità finanziarie sono stati sequestrati nei giorni scorsi dalla Direzione investigativa antimafia di Bari nel corso di una maxi operazione antiriciclaggio condotta in Puglia, Lombardia, Piemonte e Lazio.

Il provvedimento di sequestro preventivo per equivalente, cioè pari alla somma contestata, per un valore fino a 31 milioni di euro, è stato emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Antonella Cafagna, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia della Procura di Bari e ha interessato 28 persone, di cui 3 già in custodia cautelare in carcere per i reati di associazione per delinquere, reati fiscali, riciclaggio ed auto riciclaggio.

L’inchiesta
La somma di 31.272.961 euro e 59 centesimi è il valore – secondo gli inquirenti – pari a un presunto profitto illecito: sarebbe stato realizzato attraverso una articolata serie di reati fiscali, per oltre 26,5 milioni di euro. A questa cifra si aggiunge la somma di oltre 4,6 milioni, che per la Dda sarebbe oggetto di complesse procedure di riciclaggio e autoriciclaggio.

Il tutto sarebbe riconducibile a presunte illecite disponibilità accumulate e occultate nel tempo da Francesco Giordano, imprenditore originario di Bitonto e operante nel settore della somministrazione di manodopera ad aziende della lavorazione delle carni.

Stando alle indagini della Dia di Bari, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia, Giordano sarebbe riuscito a procurarsi illecitamente ingenti proventi, quantificati, in oltre 26 milioni di euro attraverso la commissione di numerose frodi fiscali fra il 2014 e il 2017.

L’imprenditore bitontino, secondo gli investigatori, sarebbe di fatto il dominus di un multiforme intreccio societario operante nell’hinterland milanese, ma organizzato e diretto dalla provincia di Bari, costituito da una società consortile per azioni, da società di capitali socie di detta ScpA e da società di capitali cosiddette “esterne”, tutte rappresentate legalmente e partecipate da soggetti prestanome.

Giordano e numerosi suoi sodali, tra cui stretti congiunti e numerosi professionisti, avrebbero realizzato sontuosi profitti illeciti, da un lato omettendo sistematicamente il versamento dell’Iva e degli oneri previdenziali e assistenziali a debito delle società accennate in precedenza e, dall’altro, procedendo a indebite compensazioni fiscali, il tutto attraverso un ingegnoso sistema di infedeli dichiarazioni.

Successivamente, contesta ancora la Dda, gli illeciti proventi – attraverso cui sarebbero state anche distorte le regole del mercato del lavoro – sarebbero stati “drenati” attraverso fittizi rapporti commerciali e finanziari con aziende di comodo, create al solo fine di riciclaggio, situate nel Barese e riconducibili al Emanuele Sicolo, un bitontino già condannato per associazione di tipo mafioso e ritenuto nell’orbita del noto clan Parisi di Bari. Il meccanismo fraudolento si sarebbe perfezionato, infine, con la monetizzazione della somma illecita così creata mediante numerosissimi prelevamenti di denaro contante effettuati con carte elettroniche (carte paypal, bancomat) intestate a soggetti compiacenti.

L’attenzione investigativa della Dia deriva da un provvedimento di sequestro di beni per oltre 800.000 euro, adottato nel 2017 in base alla normativa antimafia dalla Sezione per le Misure di Prevenzione del Tribunale di Bari, proprio su proposta del direttore della Direzione investigativa antimafia, nei confronti di Sicolo.

Nel corso di alcuni approfondimenti investigativi sarebbero, inoltre, emersi stretti rapporti tra Sicolo e Giordano.

Numerosi i provvedimenti di sequestro di contante, complessivamente 4.466.000 euro. Nel dettaglio: 3.256.000 euro all’interno di una villa a Santo Spirito; 830mila euro in alcuni borsoni trovati negli appartamenti di parenti di Giordano nell’area di Bari; 20mila euro nella disponibilità di Antonio Paolo Zafferino, ritenuto membro del clan Parisi. E, ancora, lo scorso 20 marzo, 320mila euro sono stati sequestrati in un’auto con a bordo Sicolo e Francesco Putignano, legale rappresentante di più società coinvolte nei reati fiscali contestati: In occasione del riscontro investigativo, il personale della Dia aveva sottoposto i tre soggetti a fermo, convalidato con misura della custodia cautelare in carcere, tuttora in atto.

Altro denaro, 60mila euro, era stato sequestrato, assieme a oggetti preziosi, all’interno di una camera blindata di una lussuosa villa a Nerviano, in provincia di Milano, anch’essa oggetto di sequestro, intestata alla signora Larisa Andreea Hangiu, compagna di Giordano e, per gli inquirenti, sua prestanome.

Sono stati sottoposti a sequestro preventivo anche oltre 753mila euro, rinvenuti sui conti correnti bancari intestati a alcune fra le società riconducibili a Giordano, e per equivalente, tutti i beni mobili e immobili, rapporti finanziari di qualunque genere (conti correnti, polizze fideiussorie, cassette di sicurezza, polizze vita, titoli azionari o obbligazioni, etc.), nonché beni mobili suscettibili di valutazione economica (inclusi beni strumentali, arredi, apparati tecnologici etc. nella diretta disponibilità degli indagati medesimi o all’interno degli immobili adibiti ad abitazione o altri luoghi di cui sia accertata la disponibilità) nella disponibilità diretta o indiretta di Giordano, di numerosi professionisti, amministratori di fatto e di diritto (tra cui stretti congiunti) delle società che avrebbero commesso reati tributari, fino alla concorrenza della somma di euro 26.645.502 euro, pari al profitto dei presunti reati tributari.

Nel dettaglio, il provvedimento in argomento ha riguardato: 23 società con sede in Milano; 4 società con sede nell’area metropolitana di Bari; una società con sede in Roma; una a Taranto; 5 immobili in provincia di Biella; un immobile in provincia di Vercelli; due immobili in provincia di Milano, 3 complessi immobiliari in provincia di Bari; un immobile in provincia di Teramo; 4 attività ristorative con sede nell’area di Bari; oltre 100 rapporti finanziari (conti correnti, assicurazioni e quote di fondi pensione) e 13 veicoli tra autovetture e motocicli di valore (tra cui Porsche Cayenne, Bmw X6, Jeep Grand Cherokee, Minicooper Coutryman, Yamaha XP500 e Ktm).

mercoledì 11 Luglio 2018

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