Cronaca

Agenzie funebri pagavano tangenti agli infermieri, 33 arresti all’alba

Danilo Calabrese
Tra 300 e 650 euro le tangenti, 100 euro la somma alle agenzie estranee per il trasporto del feretro. Arrestato anche Antonio Di Cosola, capo del clan omonimo
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Sconfitta all’alba di questa mattina la “mafia” delle imprese funebri e del personale interno ad ospedali baresi. L’indagine “Caro estinto”, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bari e condotta dai carbinieri del reparto operativo del Comando Provinciale di Bari, ha portatao alla luce un giro di tangenti sistematico per l’esclusiva su funerali e sepolture, in caso di morte al Policlinico, Di Venere e all’ospedale San Paolo, oltre che nelle cliniche private della Mater Dei, Villa del Sole e San Giovanni.

Le ditte del circuito criminale ricevevano puntualmente segnalazioni dei decessi, già avvenuti o imminenti, da parte degli operatori sanitari, cui veniva garantita una tangente che poteva oscillare tra i 300 e i 650 euro, a seconda della chiamata. A cose fatte, evitavano che i parenti del defunto contattassero imprese funebri concorrenti. Le cosiddette offerte di denaro ovviamente ricadevano indirettamente sui clienti delle agenzie indagate, che erano costretti a pagare alla ditta costi esosi. Il denaro versato veniva recuperato dall’agenzia attraverso sottofatturazione.
Inoltre, i titolari di altre agenzie funebri, estranee a questa organizzazione, erano costretti a pagare una tangente di 100 euro agli operatori sanitari e ai titolari delle imprese, coinvolte nel giro, per trasportare il feretro dal nosocomio all’abitazione del defunto.

Sono 33 gli arresti (3 in carcere e 30 agli arresti domiciliari), 11 i provvedimenti di obbligo di firma giornaliera, 8 gli indagati a piede libero e 104 i capi d’imputazione. Tutti, arrestati e indagati, sono responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla concussione, corruzione, falsità ideologica e rivelazione di segreto d’ufficio.
Tra i fermati, 23 sono infermieri, 9 titolari di agenzie funebri e uno è Antonio Di Cosola, capo del clan Di Cosola. Proprio la presenza della malavita organizzata, soprattutto nel Di Venere, ha allarmato gli inquirenti: infatti, attraverso minacce agli infermieri imponevano determinate ditte per il servizio funebre.

L’inchiesta ha documentato anche il coinvolgimento di personale paramedico in servizio al “Policlinico”: sottraevano prodotti farmaceutici e medicinali dai depositi dei vari reparti per essere successivamente rivenduti.

mercoledì 23 Aprile 2008

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pontiac
pontiac
16 anni fa

a discapito della povera gente
queti medici e infermieri dovrebbero essere radiati dall’albo. AVVOLTOI

almgpv
almgpv
16 anni fa

Mi vergogno di essere un’infermiere.
Provvedete al licenziamento.E se vi fossero chi li protegge, fate i manifesti con nome e cognome. grazie

pontiac
pontiac
16 anni fa

PRIMA O POI ANCHE CORATO CON LA STRAORDINARIA PARTECIPAZIONE DI CASE DI RIPOSO

procivitate
procivitate
16 anni fa

L’auspicio è che i dipendenti ospedalieri, per i quali sono state accertate le responsabilità, siano licenziati in tronco e radiati dai rispettivi albi. Confidiamo che ove sussistano i presupposti di Legge, le Aziende Sanitarie Locali, la Regione Puglia e il Comune di Bari valutino la opportunità di costituirsi parte civile . Questi esseri, indegni d’essere definiti uomini, devono essere ridotti alla povertà assoluta .

andygoot72
andygoot72
16 anni fa

questa e gente assunta ultimamente dalla sinistra e… i famosi .. veterani del Collocamento.. no e.. grazie ancora x le raccomandazioni qui c’e gente vorrebbe lavora’ onestamente x porta pane a casa… ma nn puo xche nn e uno d loro..