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Addio all’ultimo superstite dell’esplosione del porto di Bari nel 1945

La Redazione
Genchi salvò molte vite umane. «La Città Vecchia piange un figlio»
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Si è spento Giovanni Genchi, l’ultimo superstite della tragica esplosione al porto di Bari, il 9 aprile del 1945, quando la nave americana ‘Henderson’, ormeggiata con un carico di bombe destinato alle basi americane dislocate in Puglia, saltò in aria durante le operazioni di scarico. Morirono 350 persone e 1700 rimasero ferite.

Appena ventenne, Genchi lavorava al porto con suo padre e suo fratello, così come il giorno dell’esplosione che avvenne verso mezzogiorno. Genchi e suo padre rimasero feriti, mentre suo fratello morì. Sia pur ferito, Giovanni salvò molte vite e poi, stremato dalla fatica, cadde in mare da dove fu recuperato da chi lo credeva morto. Per questo fu messo su di un carro carico di cadaveri e portato a Bitonto (Bari) dove si accorsero che era ancora vivo.

Quell’esperienza – informa il circolo ‘Acli Dalfinò – ha segnato tutta la vita di Genchi al quale non è mai stata riconosciuta alcuna onorificenza. Solo nel 2019 gli è stato assegnato il ‘Nicolino d’oro’ dal Comune di Bari. Oggi la sua Bari Vecchia, alla quale era molto legato, piange quello che ha sempre considerato un figlio.

martedì 1 Dicembre 2020

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