La Corte di Appello di Bari, prima
sezione civile, ha rigettato il reclamo presentato dal Ministero
dell’Interno nel 2019, confermando la validità della “trascrizione” da parte del Comune di Bari “dell’atto di nascita” di un bambino, che oggi ha tre anni e mezzo, figlio biologico di una donna inglese unita civilmente con una donna barese.
Il ministero sosteneva nel ricorso che “la trascrizione
dell’atto di nascita di un minore che non ha alcun legame di
sangue con un cittadino italiano è contraria ai principi primari
costituzionalmente garantiti quali sono quelli relativi al
diritto alla cittadinanza italiana“.
Per i giudici dell’Appello,
invece, sono prevalenti “il supremo interesse del minore” e “la
tutela dei suoi diritti fondamentali, tra i quali spicca il
diritto al riconoscimento della genitorialità“
Ovvio che quello di andare all'estero a fare un figlio con un qualche sistema di procreazione e poi venire in Italia e adottarlo è un escamotage adatto a coppie omosessuali per aggirare i divieti italiani. Che la Corte di Appello “sbocchi” è singolare, occorre urgentemente una legge che impedisca simili raggiri. La “tutela del minore” è dicitura generica che andrebbe approfondita e non applicata un tanto al chilo.
Qui qualcuno abbocca al giochetto delle due “mamme” o finge di farlo. E purtroppo le motivazioni fin qui addotte appaiono esclusivamente ideologiche.
Manca una legge chiara e i giudici la fanno da padroni in una materia molto opinabile.