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“BiARCH – Bari International Archifestival” vince il bando nazionale per il festival di architettura

La Redazione
Il Bari International Archifestival indagherà il tema "Margini, confini, frontiere"
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È stato presentato questa mattina il festival di architettura della città di Bari, il cui progetto è risultato vincitore del bando pubblicato dalla Direzione Generale Creatività contemporanea e Rigenerazione urbana del ministero per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo, con un punteggio complessivo di 98/100 e un finanziamento di 100mila euro (di cui 20mila di cofinanziamento comunale), cui si aggiungono le risorse già annunciate dagli sponsor, che potranno essere integrate attraverso una ulteriore call che si aprirà a breve.

BiARCH – Bari International Archifestival, che indagherà il tema “Margini, confini, frontiere”, è stato illustrato dal sindaco Antonio Decaro, dall’assessora alle Culture Ines Pierucci e da Alessandro Cariello, componente dello staff del sindaco che ha curato le diverse fasi della candidatura, alla presenza dei rappresentanti dei numerosi soggetti istituzionali e operatori culturali che hanno collaborato alla stesura della proposta progettuale.

“Siamo qui per presentare il progetto con cui la città di Bari ha vinto il bando ministeriale per la realizzazione di un festival dell’architettura collocandosi al primo posto su 49 proposte – ha esordito il sindaco Antonio Decaro -. Questa è la dimostrazione che esiste un altro Sud rispetto a quello che viene raccontato. È un risultato prestigioso e lo dobbiamo soprattutto al valore delle relazioni che abbiamo costruito in questi anni e che oggi si concretizzano nella collaborazione di numerosi soggetti istituzionali, italiani e stranieri, e in una serie di cofinanziatori che saranno al nostro fianco nell’organizzazione del festival, in programma dal 1 al 20 maggio prossimi. Sarà una manifestazione legata al tema “margini, confini, frontiere” e noi, che siamo una città di mare, valorizzeremo il rapporto con l’Autorità portuale ma non solo. Metteremo al centro della riflessione i margini urbani, le periferie in cui maggiormente si concentra il disagio sociale ma anche i confini tra le diverse discipline, l’architettura, la cultura e l’innovazione sociale. Per questa ragione il festival si svolgerà sia nel centro cittadino e nei suoi luoghi più riconoscibili sia nei quartieri periferici grazie al coinvolgimento di un’ampia rete di soggetti della cittadinanza attiva. Insieme a loro lavoreremo materialmente nei prossimi mesi per organizzare gli eventi”.

“Questo festival sarà un altro momento importante per la città di Bari – ha proseguito Ines Pierucci -, grazie al grande lavoro portato avanti dall’amministrazione comunale e dai tanti partner che hanno collaborato alla costruzione della proposta progettuale attraverso un processo partecipativo che ricalca quanto già realizzato in diverse occasioni, dalle Reti Civiche Urbane alla festa per la riapertura del teatro Piccinni. Oggi vorrei citare Ernest Hemingway, che diceva che “la prosa è architettura”, perché, in effetti, tra letteratura e architettura c’è sempre stato un grande amore, nella misura in cui l’una è stata fonte d’ispirazione per l’altra. Saranno tante le installazioni, i cantieri-evento e le sperimentazioni diffuse su tutto il territorio. Sarebbe bello se nel corso del festival riuscissimo anche a realizzare un monumento al libro, che non sia un oggetto statico di bronzo ma un luogo dove ritrovarsi, scambiarsi dei libri e promuovere la lettura, magari in una piazza denominata “del sapere”.

Alessandro Cariello, componente dello staff del sindaco per l’urbanistica e la rigenerazione urbana ha evidenziato come il festival non sia soltanto una occasione per affrontare i grandi temi della trasformazione urbana, ma sia determinante per costruire una domanda più consapevole di città. “E questo – ha detto – è possibile attraverso una metodologia che già da tempo l’amministrazione sta mettendo in campo, ovvero quella di costruire un approccio partecipativo alla programmazione sulla rigenerazione urbana”.

BiARCH – Bari International Archifestival

La prima edizione del Festival biennale di Architettura BiARCH, indagherà il tema “Margini, confini, frontiere”, attraverso il dialogo/confronto/incontro tra le discipline architettoniche e urbanistiche e quelle umanistiche, scientifiche e artistiche.

Partendo dalla sua condizione liminare di città riversa sullo spazio adriatico-mediterraneo, Bari identifica il tema del margine come cifra distintiva del contemporaneo, proponendo un Festival laboratorio che sia in grado di coinvolgere il grande pubblico sugli aspetti di riflessione ma anche di attivazione legati alle sfide dell’architettura e della rigenerazione urbana.

BiARCH ha come meta-obiettivo quello di coinvolgere la cittadinanza in un percorso di riflessione collettiva e transdisciplinare sul rapporto tra architettura e città, favorendo la contaminazione tra discipline, saperi e pratiche e promuovendo la piena attivazione culturale e civile, attorno ad un evento culturale policentrico e democratico. BiARCH, non a caso, è pensato in forma di Festival Laboratorio, alternando public speech a laboratori partecipativi di co-progettazione, performance sullo spazio pubblico, esperienze di riuso collettive, con al centro del programma e della riflessione il rapporto tra rigenerazione urbana e beni comuni, su cui la città di Bari sta conducendo un’esperienza significativa.

Il tema scelto, “Margini, confini, frontiere”, rimanda all’esigenza di superamento dei perimetri esistenti (geografici, culturali, sociali e disciplinari) per promuovere un nuovo modo di fare architettura per tutti.

Il Partenariato

Il Comune di Bari, nell’ultimo quinquennio, ha intrapreso un programma integrato e transdisciplinare di rigenerazione urbana e di rilettura del rapporto tra la città e il mare attraverso l’architettura, che ha coinvolto diffusamente i principali stakeholder pubblici e privati del sistema urbano, sollecitando la partecipazione e il protagonismo civile.

In questo scenario, il Comune ha inteso avanzare anche la sua candidatura come capofila, selezionando attraverso una call pubblica tutti gli operatori pubblici e privati interessati ad operare in co-progettazione per l’elaborazione del Festival.

La governance di candidatura ha previsto 3 livelli di partecipazione:

1. Un partenariato istituzionale di 17 soggetti istituzionali che presidiano l’organizzazione e il coordinamento del Festival;

2. un network di supporto composto da 45 tra partner internazionali (università, agenzie nazionali, municipalità estere) e operatori culturali che costituiscono la parte attiva della cittadinanza, selezionati con una call pubblica del Comune di Bari, direttamente coinvolto nell’ideazione e produzione degli eventi;

3. Un partenariato di co-finanziamento che sostiene finanziariamente l’attuazione del Festival

La metodologia

BiARCH, che si inaugura nel 2020 e con cadenza biennale, è strutturato su 20 giorni (1-20 maggio). La prima edizione è centrata su “Margini, confini, frontiere”, intesi come luoghi concettuali in cui il progetto di architettura produce sempre più spesso i più interessanti fenomeni di innovazione culturale, sociale e ambientale; questi 3 luoghi concettuali costituiscono anche le 3 sezioni.

Affianco alle 3 sezioni sono previsti: gli eventi principali, che si tengono nella “casa del festival” il teatro Margherita, curati da team e con interventi inaugurali di profilo internazionale; il fuorifestival, con eventi collaterali e autopromossi, diffusi nella città, selezionati con una call per aprire al pubblico studi di architettura, atelier, gallerie e attivare piccole temporary exhibitions in locali sfitti, oltre a laboratori di gamification per coinvolgere anche i più piccoli.

All’interno di esse si inseriscono le 4 tipologie di attività:

1. Eventi principali

2. Festival centrale

(Lectio Magistralis, Conferenze/Tavole rotonde, Laboratori di co-progettazione, Mostre e premi);

3. Festival diffuso

(Cantieri-evento, Installazioni e padiglioni, Spettacoli, Performance, Temporary exhibitions, Studi aperti);

4. Festival in movimento

(Esplorazioni urbane, Gaming urbano, Site visit a piedi, in bicicletta o via mare).

La struttura

Il programma, da confermare nelle prossime settimane, si struttura nelle seguenti 3 sezioni.

La “Sezione Margini – l’architettura e le ferite della geografia” si articola in eventi dedicati ai fenomeni urbani delle città sulle rive del Mediterraneo e ai contesti dominati da cesure irrisolte quali infrastrutture portuali e logistiche, o da potenzialità inespresse insite nel margine urbano-rurale, che nelle sue forme nette assume tratti distintivi delle città del meridione. Aprono le Lectio magistralis di Sassen, Studio Dogma e Aravena, oltre a laboratori di co-progettazione guidati da numerosi invitati con lunga esperienza progettuale nelle trasformazioni delle aree portuali e costiere e nei masterplan di edilizia pubblica in ambiti periferici, quali i docenti del DICAR – Politecnico di Bari Carlo Moccia, Francesco Defilippis e Francesca Calace, con gli architetti Armando Dal Fabbro, Uwe Schroeder, Christian Rapp, Victoriano Sainz Gutiérrez, Martino Tattara, Mickael Jackob, Joao Nunes, Cristina Petralla. Completano la sezione mostre e tavole rotonde sulle città-porto con invitati delle reti transnazionali con particolare riguardo ai paesi dell’adriatico orientale: Comune di Tirana, Ministero della Cultura del Montenegro, Agenzia nazionale della pianificazione del territorio albanese, RWTH Aachen University – Fakulty of Architektur, University of Montenegro – Faculty of Architecture, University of Porto – Faculty of Architecture, ETSA – Universidad de Sevilla – Departamento de Urbanistica y Ordenacion del Territorio, Polytechnic University of Tirana – Faculty of Architecture and Urbanism, Polis University of Tirana, TU Eindoven. Chiudono la sezione laboratori partecipativi sui margini interni della città sviluppati con comunità autoctone e migranti, e il padiglione/press-room dedicato al tema dei media dell’architettura.

La “Sezione Confini – Lo spazio visto da altre terre” si articola in esperimenti di riattivazione urbana attraverso i linguaggi transdisciplinare di cinema, fotografia, video, ecologia e politica, in grado di favorire i processi di placemaking soprattutto in contesti urbani ipo-significanti, che attendono da tempo nuove interpretazioni. Aprono le lectio magistralis di Diller, Ecosistema Urbano, Jaque, De Lucchi. Seguono mostre e laboratori sull’ecologia dello spazio pubblico, la politica e la sicurezza urbana con Weizman, la fotografia con Guidi e Purini, la psicologia con Bonaiuto. Vi sarà il premio per il monumento al libro, un’opera d’arte da collocare nella piazza del Sapere, dedicato al bookcrossing di architettura. Completano la sezione: le performance artistiche all’interno dei cantieri-evento, le proiezioni cinematografiche, una call per laboratori di partecipazione per l’autocostruzione di 5 installazioni in spazi pubblici in trasformazione (Molo S. Antonio, Largo Sorrentino, Waterfront San Girolamo, Castello di Ceglie, Porto Santo Spirito).

La “Sezione Frontiere – Lo spazio di tutti” affronterà le “pratiche di frontiera” come i processi di appropriazione degli spazi, i beni comuni, e la coabitazione che, pur non del tutto definite dal lessico disciplinare, stanno dando nuove forme alle città, permettendo all’architettura di evolversi di pari passo, acquisendo nuove possibilità, linguaggi e orizzonti. Tra gli eventi, è prevista una Lectio magistralis di Settis che apre il tema dei beni comuni sui quali si concentrerà un laboratorio partecipativo che darà un contributo alla governance trattata dai regolamenti comunali di collaborazione tra cittadini, portatori d’interesse e amministratori. Troveranno spazio i temi di diritti alla città con una lectio magistralis di Amendola e approfondimenti sui diritti di genere e coabitazione.

I luoghi

BiARCH ospiterà lectio magistralis, dibattiti, tavole rotonde, mostre, laboratori, distribuiti tra il centro città e le periferie.

La distribuzione dei luoghi del Festival si articola su tre livelli che fanno tutti riferimento alla CASA DEL FESTIVAL che sarà istituita all’interno del ex Teatro Margherita. I principali luoghi del festival si articoleranno lungo la linea di costa e ospiteranno dibattiti, tavole rotonde e laboratori, gli altri luoghi saranno diffusi nell’intero territorio comunale, toccando luoghi nevralgici delle periferie e particolari luoghi oggetto di rigenerazione urbana o luoghi in cui insistono cantieri.

Saranno coinvolti all’interno del Festival anche gli studi di architettura della città che apriranno le loro porte al grande pubblico e i locali sfitti presenti in città che ospiteranno exhibition temporanee.

venerdì 6 Dicembre 2019

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