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Siria, corteo a Bari contro Erdogan. UDS: «Pace e giustizia in Kurdistan»

La Redazione
​Palloncini pieni di vernice rossa sono stati lanciati contro la sede del Consolato onorario di Turchia a Bari, dove un gruppo di manifestanti della Rete Kurdistan Puglia ha organizzato un presidio di protesta
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Palloncini pieni di vernice rossa, a simboleggiare il sangue versato dal popolo curdo per mano della Turchia, sono stati lanciati contro la sede del Consolato onorario di Turchia a Bari, dove un gruppo di manifestanti della Rete Kurdistan Puglia ha organizzato un presidio di protesta realizzando un fantoccio di cartone del presidente turco Erdogan con le corna e le mani insanguinate.

Alcune centinaia di persone, associazioni, partiti e sindacati, sono sfilate questa mattina nelle vie del centro di Bari, fino al sit-in dinanzi alla sede del Consolato turco, con striscioni che chiedono lo ‘Stop ai bombardamenti in Rojava’, ‘Libertà per Ocalan’ e ‘Pace in Kurdistan’.

La manifestazione è partita da piazza Libertà, a Bari, dove gli organizzatori hanno consegnato due lettere indirizzate al Comune e alla Prefettura per chiedere “la cittadinanza per il rivoluzionario curdo Abdullah Ocalan e l’immediata cessazione di ogni rapporto” economico e politico con la Turchia. “Perché – aggiungono – è uno Stato fascista che sta massacrando intere popolazioni a furia di bombardamenti”. “Un aiuto allo Stato turco è un aiuto all’Isis – affermano – Negli ultimi tre anni centinaia di milioni di euro di armi sono state vendute dall’Italia alla Turchia, gli stessi aerei che in questo momento stanno bombardando le montagne del Kurdistan iracheno e del Rojava. Non ci possiamo macchiare le mani del sangue di quelle popolazioni”.

“Il Kurdistan, che rivendica la propria indipendenza e lotta per il
riconoscimento di uno Stato autonomo sin dalla fine della Prima Guerra
Mondiale, è una macroregione divisa tra tre paesi (Iraq, Siria e
Turchia). Il popolo curdo, in questi anni, ha costruito un modello
democratico, femminista ed ecologista di comunità, lottando contro le
mire imperialiste dei diversi paesi e vincendo contro la furia
dell’ISIS” dichiara Vittorio Ventura, Coordinatore della Rete della
Conoscenza Puglia.

“I complici di questa invasione sono le grandi potenze mondiali: dal
2015 l’Italia da forniture militari alla Turchia per 890 milioni di euro
(Fonte: Rete Italiana Disarmo); l’Unione Europea non interviene perché
minacciata da Erdogan che strumentalizza 3,6 milioni di migranti
siriani, brandendoli come strumento di ricatto nei confronti degli
europei; gli Stati Uniti hanno ritirato le truppe dal confine curdo
turco – dando il via, nei fatti, all’operazione turca “Fonte di Pace” –
per paura di un possibile avvicinamento della Turchia alla Russia”
continua Davide Lavermicocca, Coordinatore dell’Unione degli Studenti
Puglia.

“Oggi siamo in piazza in tutta la Puglia, come in tutta Italia, nei
tanti presidi di solidarietà all’esperienza curda, contro le politiche
scellerate della Turchia e del suo Presidente Erdogan, per pretendere
l’immediata fine delle operazioni militari turche ed un’efficace
intervento diplomatico di quell’Europa che si narra come terra dei
diritti, della pace e della giustizia sociale” concludono Ventura e
Lavermicocca.

sabato 12 Ottobre 2019

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Franco
Franco
4 anni fa

Ci sono però vari motivi per obiettare. Infatti quando la Siria è stata invasa dall'esercito dell'Isis a est e dal fantomatico esercito di liberazione siriano a nord (ambedue in funzione anti Assad) nessuno in Occidente ha osato dire nulla, anzi si è lavorato in segreto e non per la caduta del governo siriano, che sarebbe avvenuta se non ci fosse stato l'intervento militare russo a sostegno.