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Nessuna chiusura per Saicaf, l’azienda: «Trasferimento sede e riorganizzazione produttiva»

La Redazione
Il presidente del Cda Antonio Lorusso spiega che la società "ha colto un'opportunità" per dismettere lo storico stabilimento di via Amendola
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La Saicaf smentisce le notizie circolate a seguito del comunicato delle organizzazioni sindacali Flai Cgil e UIla Uil su un’ipotesi di chiusura dello storico stabilimento di Bari per la produzione del caffè, attivo dal 1936. In una nota, la società spiega che è in corso il trasferimento della “propria sede in una nuova location, in via Oberdan, e contemporaneamente riorganizzando l’attività produttiva avendo individuato dei siti produttivi di primaria importanza. In questa ottica – spiega il presidente del Cda, Antonio Lorusso -l’azienda ha colto una opportunità, dismettendo lo storico stabilimento di via Amendola, portando a termine una importante operazione immobiliare che consente alla società di superare i vincoli a cui l’opificio era costretto per la sua posizione ormai centrale nella città”.

“L’attività aziendale è in piena continuità -si legge ancora – e il percorso organizzativo interesserà pochissime unità per le quali l’azienda ha già da tempo avviato con le organizzazioni sindacali un percorso teso a individuare ogni possibile soluzione per attenuare le conseguenze sul piano sociale. Alla luce di tutto quanto esposto, spiace constatare l’iniziativa presa dalle stesse organizzazioni sindacali di diffondere notizie non vere e non rispettose degli sforzi fin qui da tutti profusi”. Oltre al comunicato del presidente del Cda, è stata diffusa una nota dei lavoratori dell’azienda che contrasta con le posizioni espresse dai sindacati: “I dipendenti della Saicaf Spa e delle altre società del gruppo – si legge in un messaggio corredato da 45 firme delle unità lavorative – sono indignati per il comportamento messo in atto dai sindacati e dichiarano di non aderire a nessuno sciopero”.

Successivamente Flai Cgil e UIla UIl hanno replicato al comunicato dell’azienda: “Su Saicaf -affermano in una nota -smentiamo categoricamente qualsiavoglia iniziativa di riorganizzazione comunicata e concordata con i sindacati. Dal confronto avvenuto il 6 agosto scorso, durante il quale è stata comunicata la dismissione dell’opificio in via Amendola, ad oggi aspettiamo di conoscere ancora i piani ed i programmi aziendali che contemplino soluzioni per i lavoratori occupati nel reparto produzione e magazzino. Chiarimenti che avevamo sollecitato anche nella missiva del 29 agosto con la quale chiedevamo una convocazione per essere informati di quelle che erano le volontà aziendali. I lavoratori nell’ultima assemblea sindacale hanno dato mandato a Flai e Uila di indire lo sciopero ad oltranza fino a quando non ci fossero stati chiarimenti sul loro futuro. Dalla stampa apprendiamo che gli stessi lavoratori non aderiscono alla mobilitazione e che, con una nota firmata e diffusa dalla proprietà, sono vicini all’azienda. Una circostanza, questa, nata da una convocazione urgente di tutti i lavoratori presso i nuovi uffici di via Oberdan che hanno incontrato la direzione aziendale nel primo pomeriggio di oggi e, quindi, a poche ore dalla diffusione del comunicato unitario, poi ripreso e pubblicato da numerosi media.Proprietà e management hanno ritenuto, quindi, opportuno convocare i lavoratori e non le segreterie territoriali congiuntamente alle RSU, un modus operandi che esula da qualsivoglia confronto sindacale corretto.Avendo interessato la task force regionale per l’occupazione, che ha prontamente convocato le parti per il 18 prossimo venturo, riteniamo che questa poteva essere la sede opportuna per l’azienda di informare le organizzazioni sindacali su quali fossero gli intendimenti della proprietà. Come organizzazioni sindacali – proseguono – comprendiamo la fase difficile che i lavoratori stanno vivendo pur non comprendendo come oggi, a poche ore di distanza dall’assemblea svoltasi ieri ed alla quale hanno partecipato, ci possa essere una diversa visione sulla situazione aziendale e sul da farsi. Aspettiamo la data del 18 settembre per dire la nostra dinanzi ai componenti della task force regionale. Non ci tireremo indietro e cercheremo di dar corso al nostro mandato con dignità e rispetto di tutti”.

mercoledì 11 Settembre 2019

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