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Esposto in Procura su Cassa Prestanza, gli ex dipendenti: «Diritto a riavere ciò che ci spetta»

La Redazione
La richiesta è stata avanzata da alcuni ex dipendenti di Palazzo di Città
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«Dopo tre anni di mie battaglie su Cassa Prestanza, dopo innumerevoli atti, rimasti sempre senza risposta, attraverso cui ho chiesto di avere gli estratti conti bancari, sempre negati, di avere risposte sul destino degli iscritti alla Cassa del Comune di Bari, ancora una volta sono vicina a loro ritenendo che il tempo sia scaduto, e che la giustizia ora debba essere fatta nelle aule dei tribunali. Non ho presentato io direttamente l’esposto alla Procura per rispetto verso la giustizia penale, perché non voglio che la richiesta di intervento della Magistratura sia politicizzata, visto il mio ruolo di candidato sindaco. Ma il mio sostegno nei confronti dei dipendenti, in servizio e in pensione indistintamente, è totale. Ecco perché mi faccio promotrice di una raccolta firme per agevolarli ma soprattutto per dare visibilità a questa ingiustizia che si protrae da troppo tempo».

Commenta così Irma Melini, candidata sindaco di Bari e consigliera comunale, la decisione di depositare un esposto contro ignoti al Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Bari – presentato nel corso di una conferenza stampa indetta dalla Melini – dei dipendenti in servizio e in pensione che, in qualità di persone offese, chiedono “di porre attenzione sugli accadimenti inerenti la nota questione di Cassa Prestanza, affinché gli organi competenti possano eseguire gli opportuni accertamenti e valutare la sussistenza di eventuali profili penalmente rilevanti in relazione ai fatti dedotti, con riferimento ai quali, ove dovesse trattarsi di fatti perseguibili a querela, propongono formale querela affinché gli eventuali responsabili siano perseguiti a termini di legge”.

Due le ipotesi di reato – ovvero quella di abuso di ufficio e quella di omissione di atti di ufficio, come disposto rispettivamente dagli artt. 328 comma 2 e 323 del codice penale – ipotizzate dai dipendenti in servizio e in pensione che chiedono una pronta risoluzione della vicenda.

Ad oggi, si ricorda, ai pensionati iscritti a Cassa Prestanza del Comune di Bari viene negato il diritto alla liquidazione del premio di buonuscita come previsto da statuto stesso della Cassa, mentre nei confronti dei dipendenti in servizio – rappresentati in conferenza stampa da Giuditta Di Lascio, in servizio alla Polizia Locale del Comune di Bari – è stato disposto il blocco delle trattenute sugli stipendi (art. 3 dello statuto), sospeso dallo scorso novembre su iniziativa del Sindaco e Presidente della Cassa, senza che sia stata adottata alcuna decisione dal Consiglio comunale, organo preposto per Statuto, facendo diventare anch’essi, di fatto, dei “cessati”, e mettendoli nella condizione di esigere quindi il maturato.

«Per fugare ogni dubbio – spiega Lina De Virgilio, funzionario tecnico-contabile in pensione del Comune di Bari – voglio precisare che i dipendenti del Comune di Bari non sono soci di Cassa Prestanza, altrimenti avremmo potuto disporne, il Comune è l’unico socio, nonché fondatore di questo organismo interno comunale, come da atto costitutivo del 1924. Noi all’epoca abbiamo firmato un contratto unilaterale, con una iscrizione irrevocabile a Cassa Prestanza e per statuto abbiamo maturato il diritto di avere i nostri soldi. L’Amministrazione Decaro – la prima, da quando è stata istituita Cassa Prestanza, a bloccarla – oggi non può più tergiversare, deve avere il coraggio politico di assumersi le sue decisioni, con degli atti e non con gli slogan. L’11 dicembre scorso con delibera n.108 (esecutiva per avvenuta pubblicazione nei giorni stabiliti per legge e senza alcuna opposizione), il Consiglio Comunale ha confermato che la Cassa deve continuare nelle sue attività. Avrebbero potuto anche decidere, con atti, per la chiusura, visto che è nelle esclusive competenze del Consiglio Comunale. Invece, ancora oggi, non solo non è stata data attuazione alla delibera consiliare ma non è stato nemmeno adottato alcun atto che appunto permetta la chiusura ufficiale della Cassa, previa ufficiale dichiarazione che spieghi come si è arrivati a tale conclusione e previa adozione di un piano economico-finanziario per garantire il maturato a tutti i dipendenti, diventati cessati. Ecco perché abbiamo deciso di depositare un esposto in Procura».

giovedì 14 Marzo 2019

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