Attualità

“La Puglia faccia la sua parte a tutela dei diritti”, presidio cittadino contro la legge Salvini

La Redazione
Tante realtà del ​mondo dell'associazionismo e del volontariato ​pugliese chiedono con una lettera aperta al presidente Michele Emiliano di impugnare la legge davanti alla Corte Costituzionale
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Anche la Puglia vuole e deve fare la sua parte per fermare le conseguenze della legge Salvini.

Preoccupati dei pesanti effetti che il provvedimento del ministro leghista rischia di avere nei confronti di tanti immigrati oggi legittimamente presenti sul territorio – ma che presto non potranno più fruire di tutele fondamentali quali il diritto alla salute, all’istruzione e all’assistenza – tante realtà del mondo dell’associazionismo e del volontariato pugliese chiedono con una lettera aperta al presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, di impugnare la legge davanti alla Corte Costituzionale, a tutela delle competenze regionali lese, e di prevedere uno stanziamento di fondi straordinari per andare incontro a tutte quelle problematiche concrete che stanno sorgendo.

La società civile attenta ai diritti dei più deboli si è data anche un appuntamento per il prossimo 25 gennaio, alle ore 17, davanti al Piccinni per un presidio di legalità e di giustizia.

«Come parte significativa del variegato mondo dell’associazionismo e del
volontariato
– si legge nella lettera aperta al presidente Emiliano – desideriamo manifestarLe tutta la nostra grande
preoccupazione per i gravi e profondamente lesivi effetti che il cd
decreto (ora legge) Salvini sulla sicurezza sta creando in danno di una
fascia di persone che stanno diventando dei “fantasmi”, dei soggetti che,
pur se fisicamente presenti fra di noi, non esistono per la società civile
perché ad essi – tra l’altro – non potrà più essere riconosciuta la
residenza in un Comune.

Infatti, l’immigrato senza residenza non può sottoscrivere un contratto
di lavoro, o prendere in affitto una casa regolarmente, non può aprire un
conto corrente, ma neppure può iscriversi a corsi di formazione
professionale, o fruire di inserimento lavorativo, o entrare in graduatoria
per una casa popolare: diritti questi riconosciuti dalla legge regionale ma
solo agli immigrati regolarmente soggiornanti.

Il diniego della residenza comporta la grave conseguenza di impedire
l’esercizio di questi diritti fondamentali che le Regioni garantiscono
nell’ambito della loro legislazione concorrente con lo Stato in materia di
salute, istruzione, assistenza. C’è ragione, quindi, di ritenere che la sfera
di competenza regionale sia stata lesa dal decreto Salvini e che ci sia
materia per promuovere la relativa questione di costituzionalità. Le
Regioni possono farlo direttamente (ma il tempo stringe: mancano tre
settimane al termine). Alcune (Piemonte, Toscana, Umbria ed altre)
hanno già dichiarato che si stanno preparando. Manca ancora l’annuncio
da parte della Puglia: eppure la nostra Regione si è dotata sin dal 2009
di una legge (la n.32) che costituisce un pilastro basilare ai fini della
promozione della integrazione e della tutela dei diritti umani
fondamentali e la legge Salvini va ad incidere fortemente sulla
previsione di quelle norme regionali.

Ciò che ci preoccupa sono certamente gli effetti concreti che stanno già
incidendo sulla vita di tante persone, ma ci preoccupa anche l’ideologia
che ispira quella legge, assolutamente contraria allo spirito e alla lettera
della nostra Costituzione ed ai più elementari doveri di solidarietà
umana e di rispetto dei diritti inviolabili.

Per questo La invitiamo a voler prevedere lo stanziamento di fondi che
agevolino – anche attraverso le associazioni di volontariato – iniziative di
fattiva assistenza finalizzate alla soluzione di tutte quelle problematiche
concrete che stanno sorgendo; così come La invitiamo ad assumere con
urgenza ogni altra iniziativa, a cominciare – vista l’imminenza della
scadenza dei termini – dall’impugnazione della legge 132/2018 davanti
alla Corte Costituzionale, a tutela della sfera della competenze regionali
lese.
Augurandoci che il nostro appello non resti inascoltato, Le chiediamo un
incontro per poterLe più ampiamente illustrare le motivazioni che ci
ispirano»
.

L’elenco delle realtà che hanno fino ad oggi firmato l’appello al presidente della Regione Michele Emiliano:

ACLI Bari-BAT, AEDE Bari, AIOS Protezione Civile Bari, ARCI Bari,
Agenzia Giornalistica Corsivo 2.0, ANPI Bari, ARCA – Centro di
iniziativa democratica, Associazione ANCHENOI, Associazione
antimafie “Rita Atria” Presidio di Bari, Associazione Carrassi Solidale,
Associazione Giuseppe Lazzati Bari, Associazione MAT5, Associazione
PERIPLO, Associazione Sviluppo Sostenibile, Associazione Saro-Wiwa
Bari, AUSER Bari, CGIL Bari, CISL Bari, Circolo Pianeta Solidale
“Fortunata Dell’Orzo”, Circolo per la Decrescita Felice Bari, Circondario,
Comitato barese per la difesa e l’attuazione della Costituzione, Comitato
per la Pace di Terra di Bari, Comunità di Sant’Egidio Bari,
Confcooperative Bari-BAT, Consorzio Meridia, ConvochiamociPerBari,
Equanima, Eugema Onlus, FLC CGIL Bari, Forum Terzo Settore Puglia,
GEBLCA – Centro studi sulla sostenibilità, Gioventù Francescana
Puglia, Giusta Causa, Gruppo Educhiamoci alla Pace, Laici Missionari
Comboniani Bari, Legacoop Puglia, Libera Bari-BAT, Libertiamoci,
LINK Bari, Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani MASCI Molfetta,
Missionari Comboniani Bari, Medici con il Camper, Medici con l’Africa
CUAMM Bari, MIIR (associazione mediatori), Movimento Nonviolento
Puglia, Nuovo Fantarca, Pax Christi Bari, Piccola Comunità Kairos,
Provincia dei Frati Minori Cappuccini di Puglia, SPI CGIL Bari, ‘squola’
Penny Wirton Bari, Suore Missionarie Comboniane Bari, UCID –
Unione Cristiana Imprenditori e Dirigenti Bari, Ufficio Migrantes –
Arcidiocesi di Bari-Bitonto, UILM-UIL Bari, Unione Scienziati per il
Disarmo – Sede di Bari

sabato 19 Gennaio 2019

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Franco
Franco
5 anni fa

Non viene però spiegato perché la Legge prevede una stretta sulle residenze di coloro ai quali non è stato riconosciuto alcun requisito.
E ci sarebbe da ricordare che molte di queste sigle ora impegnate contrio la Legge Salvini poco o nulla fecero 2 anni fa (Governo Gentiloni-Minniti) quando venne fatta una proposta seria di revisione della legge sull'immigrazione Bossi-Fini. Eppure la proposta di legge “Eroatraniero” di radicali e Caritas aveva una valenza maggiore rispetto a una contestazione di incostituzionalità.