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Allarme bomba all’Ikea, Filcams Cgil: «Perché non è stato attivato il protocollo di sicurezza?»

La Redazione
In una situazione di potenziale pericolo per clienti e lavoratori non è stata disposta l'evacuazione del centro commerciale: «E' più importante la vendita di un mobile - chiede il sindacato - rispetto alla vita delle persone?»
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Sabato pomeriggio all’Ikea di Bari è scattato l’allarme bomba. Un pacco sospetto abbandonato nel parcheggio del centro commerciale ha fatto scattare l’allarme. Sul posto sono giunti carabinieri, artificieri e mezzi dei vigili del fuoco che hanno svolto gli accertamenti del caso. Gli immediati controlli delle forze dell’ordine hanno consentito di appurare che all’interno del pacco non c’era fortunatamente nessun ordigno esplosivo, ma solo un motorino per cancelli elettrici.

Tutto bene? Non tanto.

Il sindacato Filcams Cgil lamenta che in una situazione di potenziale pericolo per i clienti e per i lavoratori del centro commerciale non è stato attivato il protocollo di sicurezza, che avrebbe comportato l’evacuazione del centro commerciale. Invece gli artificieri hanno di fatto compiuto il loro lavoro, altamente pericoloso, in mezzo a tante persone, molte delle quali – afferma la Filcams – ignare di quanto stesse accadendo.

«Sabato pomeriggio – afferma in un comunicato il sindacato –, per mano di un goliardico anonimo in cerca di notorietà, all’Ikea di Bari si sono vissuti momenti di panico e tragedia, a causa di un pacco lasciato nel parcheggio senza sapere il contenuto. Inutile dire che sono intervenuti i vigili del fuoco, che invano hanno cercato di far evacuare il negozio, ma per volere della direzione e con la contrarietà del responsabile dei vigili del fuoco, si è permesso che il negozio rimanesse aperto mettendo a rischio la vita dei lavoratori e di tutti i clienti presenti e coloro che arrivavano senza essere messi al corrente di quanto stesse accadendo. E successivamente i clienti, avendo capito cosa stava accadendo hanno evacuato il negozio. Gli unici ostaggi i lavoratori. Ma dove arriveremo – si chiede il sindacato –, è più importante la vendita di un mobile rispetto alla vita umana? Non accetteremo che tali situazioni possano ulteriormente riverificarsi. Perché se ieri tutto è andato per il verso giusto, questo non significa che possa essere sempre così. Un azienda – conclude la Filcams – dove del valore etico ne ha fatto il suo marchio distintivo, non può permettersi di giocare con la vita delle persone. Pertanto chiederemo come mai non è stato attuato il protocollo di sicurezza».

lunedì 14 Gennaio 2019

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