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Bonafede: «Giustizia tema prioritario per il governo»

La Redazione
Il ministro ha inaugurato ieri a Trani il congresso Aiga. I lavori proseguono oggi e domani a Bari
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«Voi siete i giovani avvocati, quelli su cui poggerà la nostra democrazia. Estremamente importante il vostro ruolo e sicuramente significativa la presenza qui dove c’è uno dei più antichi Tribunali d’Italia, sorto nel 1215, e dove ha avuto i natali la prima donna avvocato d’Italia. Questo è importante, perché non c’è futuro senza rispetto della tradizione e senza l’analisi della tradizione». Lo ha detto il presidente del Tribunale di Trani, Antonio De Luce, aprendo nel pomeriggio del 20 settembre il congresso dell’Aiga, l’Associazione dei giovani avvocati, con la partecipazione del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede.

Il congresso è intitolato “Ieri, oggi, domani avvocati – L’etica forense nell’era dell’intelligenza artificiale” e prosegue fino al 22 settembre a Bari, nella sede del Circolo Unione. De Luce ha auspicato un ritorno all’autorevolezza dell’avvocatura, «che si è persa un po’ per la crisi economica e probabilmente per il numero elevato di avvocati, mentre abbiamo bisogno di un’avvocatura forte e autorevole». Ha parlato anche della necessità di «rivedere la metodologia di accesso alla professione» e auspicato «un confronto e un dialogo costante con la magistratura e l’avvocatura».

I lavori sono stati inaugurati dalla presidente di Aiga Trani, Patrizia Carabellese, e dal presidente dell’ordine degli avvocati di Trani, Tullio Bertolino; mentre a precedere l’intervento di De Luce, c’è stato quello del presidente della Corte d’Appello, Francesco Cassano, che ha parlato dell’etica – argomento centrale del congresso – come di «un tema decisivo per il futuro della nostra stessa democrazia in questo paese».

Brevi interventi anche del sindaco di Trani, Amedeo Bottaro, e del presidente della Provincia Bat, Nicola Giorgino. Sono seguiti poi gli interventi del presidente del Consiglio nazionale forense, Andrea Mascherin,, e del presidente nazionale dell’Aiga, Alberto Vermiglio. Mentre al ministro Bonafede è stata affidato l’intervento finale, intervistato dal giornalista Francesco Giorgino sui temi di maggiore attualità in fatto di giustizia.

Secondo il ministro il primo cambiamento è «nel fatto che per la prima volta, dopo tanto tempo, ci si interessi alla giustizia. Prima in tv si parlava di toghe rosse, ma mai di garantismo. Il mio primo approccio è stato ‘basta parlare di giustizia come una giacchetta che tutti tirano a seconda di convenienza. Un avvocato entrando in aula di giustizia ne riceve in servizio di alta qualità. Lo stato con leggi chiare e di qualità, comprensibili a tutti, deve dare un’idea chiara della direzione che vuole intraprendere lo Stato in termini di giustizia. In questi termini ci sono tutti i termini per cambiare».

Bonafede ha anche parlato di intercettazioni, legittima difesa, mediazione, legge anticorruzione e digitalizzazione. A tale proposito, ha annunciato che «dal primo ottobre inizierà a vedersi concretamente la realizzazione della digitalizzazione anche per i giudici di pace, in una prima fase con le notifiche e le comunicazioni, ma creando in breve tempo la rete per arrivare a processo telematico nell’ambito del giudice di pace e della Cassazione». Il ministro ha anche assicurato che chiederà «un numero di assunzioni elevato».

Ha poi parlato della norma anti corruzione, in via di redazione, come di «una rivoluzione perché nella lotta alla corruzione non c’è più margine di discrezionalità». Si tratta di «un reato odioso e dannoso anche dal punto di vista economico che agisce anche a livello infrastrutturale, perché dietro una scuola o un ospedale che crolla c’è sempre una mazzetta che ha reso necessario impiegare materiali di scarso livello». Inoltre, il ministro ha annunciato che «si cercherà una sintesi anche sulla prescrizione». «La prescrizione è un istituto – ha ricordato Bonafede – che nasce per garantire la certezza dei rapporti giuridici e per consentire, sostanzialmente, il diritto all’oblio. In Italia è diventato invece uno strumento per deflazionare i processi».

«Dal mio punto di vista – ha sottolineato – non è più spiegabile a un cittadino, che paga le tasse e si rivolge a un tribunale, che dopo aver fatto le indagini e un processo primo grado e sono stati spesi un sacco di soldi dei cittadini, poi dopo si arriva in Appello e magari si dice alla persona offesa che il reato è caduto in prescrizione. Noi abbiamo il dovere di dare una risposta ai cittadini che si rivolgono a un tribunale».

Ultimo tema affrontato dal ministro Bonafede, prima di lasciare Trani, è stato quello del Palagiustizia di Bari, dichiarato inagibile perché a rischio crollo. In merito alla nuova sede individuata, Bonafede ha annunciato di aver «chiesto una immissione nel possesso dell’immobile antecedente rispetto ai termini che erano stati prospettati». «Oggi abbiamo una situazione che è ancora di urgenza, perché le due sedi di Modugno e Brigata Regina sono una semplice sostituzione delle tende. Abbiamo individuato una situazione più stabile, abbiamo una task force. Stiamo facendo di tutto, abbiamo uffici meravigliosi che lavorano sulla situazione di Bari insieme alla conferenza permanente».

Ha poi precisato, parlando con i giornalisti, di aver «mandato a Bari due task force. Una del ministero relativa agli aspetti logistici e anche un aiuto dal dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap), che fa da navetta tra la vecchia e la nuova sede. Per le notifiche stiamo studiando insieme al Tribunale, alla Corte di Appello e agli addetti ai lavori il modo per affrontare il problema che è conseguente alla sospensione dei termini». «La task force – ha aggiunto – sta lavorando insieme agli uffici per le notifiche e sta valutando cosa è necessario fare su due aspetti: il supporto telematico e fisico. Ma tutto questo è in fase di studio, anche perché viaggia insieme a tutti i problemi che vengono affrontati quotidianamente».

venerdì 21 Settembre 2018

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