La Uil Piloti non si costituirà parte civile nel processo a Palermo sulla tragedia dell’Atr72, tragicamente ammarato al largo di Capo Gallo (Palermo) il 6 agosto 2005, durante il volo Bari-Djerba. Lo hanno fatto sapere oggi il coordinatore nazionale Uil Piloti, comandante Flavio Sordi, il difensore, avv. Davide Romano, e la presidente dell’associazione “La Fenice”, Magda Di Pascale, che insieme al sindacato partirà con una campagna di sensibilizzazione alla sicurezza del volo. Il 28 febbraio, salvo slittamenti, le indagini condotte sinora approderanno nell’udienza preliminare davanti al gup del Tribunale di Palermo. “Noi ci ritroviamo di fronte all’accertamento di reati che hanno portato al rinvio a giudizio dei piloti e della dirigenza Tuninter e che sarebbe dovuto essere esteso anche ad altri soggetti”. Il difensore barese non si mostra assolutamente reticente alla considerazione che le indagini “sinora svolte abbiano mostrato lacune e possono produrre disfunzioni nel corso del processo”. Ha infatti incalzato aggiungendo che “quel tipo di aereo che più volte ha creato problemi è di nuovo operativo dal 1° gennaio 2007, anche se la Tuninter cambia nome”.
“Finora siamo stati parte offesa, ma all’udienza davanti al gup non ci costituiremo parte civile”, ha spiegato Romano, sottolineando che “con tutta probabilità verrà sollevato il difetto di giurisdizione perché l’incidente si sarebbe verificato in acque internazionali (come noi avevamo già ipotizzato)”. Ciò significa che si discuterà della tragedia e si otterrà la sentenza dai giudici tunisini, e che potrebbero non essere tutelati i principii costituzionali del nostro Paese. L’avv. Romano ha precisato di aver fatto tutto il possibile nelle aule giudiziarie perché fossero risarciti in qualche modo i danni subiti da parenti e vittime (16 i morti, 23 i sopravvissuti). “Ora dobbiamo, insieme all’associazione ‘La Fenice’, promuovere una campagna di sensibilizzazione per la sicurezza del volo”. Secondo il legale, infatti, in Italia non ci sarebbe una legislazione ad hoc che tuteli i passeggeri e gli operatori di volo in maniera ordinata.
Con ‘La Fenice’, che si occupa delle vittime di tutti gli incidenti aerei dovuti a disattenzioni o grave superficialità, la Uil Piloti ha deciso infatti di lottare fuori dalle aule per le problematiche che ormai, “esauritosi il compito nelle sedi giudiziarie, potranno trovare soluzioni sul piano politico e dovranno venire dal governo”.
Dal canto suo, l’associazione Capo Gallo, nata in seguito alla tragedia, prende posizioni differenti: “Innanzitutto – ha scritto in una nota la presidente Rosanna Albergo Baldacci – non corrisponde al vero che tutti i parenti delle vittime iscritte all’Ass.ne Capo Gallo sono stati risarciti. In ogni caso, il risarcimento del danno non esclude affatto il desiderio di verità e di giustizia dei familiari che giammai potranno essere risarciti dalla perdita del proprio congiunto. Tutti coloro che sono stati risarciti, invero, sono, per effetto della normativa vigente, persone offese al processo che avrà inizio il 28 febbraio, e nessuno di noi, comunque, intende rinunciare a tale veste”.
Non sappiamo che cosa voglia dire campagna di sensibilizzazione. Sappiamo che le rogatorie non sono state ancora accolte dal governo tunisino e che gli aerei della compagnia Tunisina continuano a viaggiare negli spazi aerei italiani con passeggeri italiani ed utilizzando aeroporti italiani.