Il vicereame spagnolo
La morfologia della città, le sue peculiarità, l’economia, la flora e la fauna.

Nel 1601 scoppiò un incendio in un magazzino di piazza Mercantile. Si propagò al palazzo del Sedile e all’annesso magazzino dell’arsenale cittadino, dove erano custodite le polveri da sparo. L’esplosione che ne derivò causò oltre 60 vittime e il Seggio andò completamente distrutto.
Nel 1635 gli spagnoli imposero una pesantissima tassa sui forni. Ne scaturì una violenta sommossa popolare, che si calmò solo quando l’arcivescovo Ascanio Gesualdo ottenne dalle autorità l’adozione di misure fiscali più miti. Un’altra rivolta si verificò contemporaneamente alla rivoluzione napoletana di Masaniello. I baresi insorsero sotto la guida del marinaio Paolo Ribecco, ma non riuscirono ad ottenere altro che lutti e rovine.
Nel 1656 un’epidemia di peste colpì la città. Le case degli appestati furono segnate con una croce bianca per avvertire i becchini. I monatti raccoglievano ogni giorno gli ammalati e tutti i conventi fuori città furono trasformati in lazzaretti. Gli sforzi dei medici non valsero a nulla e ben 12.000 persone morirono. Una seconda epidemia meno violenta scoppiò nel 1691 con effetti meno drammatici.
A complicare le cose si aggiungevano le incursioni dei pirati turchi, che sbarcavano sulla costa e rapivano persone per venderle come schiavi in paesi lontani o richiedere salati riscatti.
Durante questi anni si avvicendarono diversi sovrani: Ferdinando il Cattolico (1512-1516), Carlo I (1516-1556), Filippo II (1556-1598), Filippo III (1598-1621), Filippo IV (1621-1655), Carlo II (1665-1700), Filippo V (1700-1707). Nel corso della guerra di successione spagnola l’Austria strappò alla Spagna il Napoletano, che passò sotto la dominazione di Carlo VI, al quale fu poi tolto da Carlo III di Borbone.