Gli Aragonesi
La morfologia della città, le sue peculiarità, l’economia, la flora e la fauna.

Ferdinando, detto il Bastardo, fu molto contrastato proprio a causa della sua origine illegittima. Fra coloro che gli furono ostili va ricordato proprio il duca di Bari Orsino, che però morì nel 1463. gli mostrarono invece benevolenza i milanesi. Per riconoscenza verso di loro il re donò il ducato di Bari, Palo e Modugno a Sforza Maria Sforza, figlio del duca di Milano.
Quando Sforza Maria Sforza morì nel 1479, il re Ferdinando I si affrettò a devolvere il ducato barese a Ludovico il Moro, zio del defunto. Nel 1499 Ludovico lo assegnò ad Isabella d’Aragona che venne a risiedere a Bari nel 1501. Lei si adoperò moltissimo nel fortificare e abbellire la città e nel riorganizzare l’amministrazione municipale. Inoltre cercò di circondare Bari con un canale navigabile che rendesse la città simile ad un’isola, collegata all’esterno per mezzo di ponti. Non si conoscono le ragioni per cui l’opera fu interrotta; la parte realizzata fu travolta da un’alluvione nel 1567. Oggi non ne rimane che un vago ricordo, attestato dal toponimo Marisabella attribuito al sito in cui il canale aveva inizio. Isabella si dilettò di musica e di poesia e diede un forte impulso anche alla vita artistica e culturale della città.
Alla sua morte, il ducato passò nelle mani della figlia Bona Sforza, già regina di Polonia, che regnò dal 1524 al 1557. La Polonia deve molto a questa grande regina che portò a Cracovia un gran numero di baresi; molti di questi ricoprirono posizioni di grande prestigio nella corte. In questi anni fu introdotta in Puglia la stampa. Nel 1535 proprio a Bari il tipografo francese Gilberto Nehou stampò il primo libro apparso in Puglia. Si trattava di una raccolta di poesie scritte dal tesoriere del ducato Nicolantonio Carmignano, che le pubblicò sotto lo pseudonimo di Partenopeo Suavio. Bona morì il 19 novembre 1557 e probabilmente fu avvelenata. Negli ultimi istanti di vita impartì una serie di disposizioni, tra cui una riguardante l’annuale dotazione di 10 fanciulle povere baresi. Il corpo della sovrana è conservato nella basilica di S. Nicola nel grande monumento funebre che le fece erigere la figlia Anna.
Dopo la morte di Bona il ducato di Bari entrò nei possedimenti della corona spagnola.