- “Tre ddì è la ditte”
Poesie, racconti, canzoni popolari, filastrocche, motti, soprannomi.
Una signora aveva molte ricchezze e nessun erede; aveva per “cucchjiere” (cocchiere) un uomo buono e di grande stima, pensò di sposarlo per lasciare a lui i suoi beni. L’uomo non voleva accettare, pensava alle dicerie della gente, ai commenti malevoli ecc. Ma la signora gli diceva “tre ddì è la ditte” (per tre giorni è il commento, poi tutto passa); propose perciò di fare una prova: “domani prepara la carrozza più bella fai entrare dentro l’asino e così vai in giro per tutto il paese”. Il cocchiere così fece e per tre giorni consecutivi. Il primo giorno tutta la gente si fermava a guardare, rideva, gridava, gli diceva “pazzo”, ecc. Il secondo giorno ci fu ancora un gran fermento nelle strade ma meno dei primo; il terzo giorno la gente si era abituata a quella scena, “ma sì, diceva io sappiamo quel pazzo” e tirava dritto. La signora disse al cocchiere: “hai visto?” “Tre ddì è la ditte, poi tutto passa e si dimentica”. Così l’uomo si decise a sposare la sua signora.