- “U scarpariedde”
Poesie, racconti, canzoni popolari, filastrocche, motti, soprannomi.
La figlia del re decise di sposare il giovane che le avesse sottoposto un indovinello per lei insolubile. Il re inviò i suoi messaggeri in tutti i paesi vicini e lontani invitando i giovani a presentarsi alla reggia; se la principessa risolveva l’indovinello il giovane sarebbe stato ucciso, se non lo risolveva lo avrebbe sposato. Molti giovani si presentavano ma tutti seguivano la loro triste sorte. Un giorno “‘o scarpariedde” (un piccolo ciabattino) volle tentare la sua sorte, la mamma non voleva, ma lui decise di partire con la sua fedele cagna “Bella”. La mamma allora pensò: sarà ucciso dal re, lo uccido io” e gli preparò una focaccia avvelenata da mangiare durante il viaggio.
Il giovane si mise in cammino, la cagna ebbe fame, prese un pò di focaccia e gliela dette, subito la cagna morì e il giovane capì. Tre corvi scesero a beccare la cagna e morirono, sette cacciatori mangiarono i tre corvi e morirono, il giovane infine ebbe fame, cosa mangiare? La pizza no, era avvelenata; vide una pecora incinta, le tirò una pietra e questa partorì. Come cucinare l’agnellino? Trovò un breviario, lo accese e lo abbrustolì sulle fiamme. Dopo aver mangiato ebbe sete: entrò in una chiesa, c’erano delle lampade ad olio appese, bevve l’acqua di una lampada.
Riprese il viaggio e incontrò quattro uomini eccezionali, il primo era capace di mangiare una gran quantità di cibo, il secondo vedeva molto lontano, il terzo udiva da grandi distanze, il quarto passava indenne tra le fiamme. Disse a tutti: “Menite ‘nzìeme pe miche e sciame alla reginedda” (venite con me e andiamo dalla principessa). Giunsero alla reggia e l’indovinello? Lo trasse dal suo viaggio avventuroso:
Pizza ammazza a Bella,
Bella ammazza a tre,
tre ammazza a sette.
Ho mangiato carne creata ma non nata,
cotta di buone parole,
ho bevuto acqua che non toccava né cielo e nè terra.
La principessa rimase muta, non sapeva trovare la soluzione; interpellò i suoi consiglieri, niente; dovette dirsi sconfitta. Sottopose poi il giovane a diverse prove che lo stesso superò grazie all’aiuto dei suoi quattro amici. Le nozze furono celebrate con grande pompa; “u scarpariedde” che era un bel giovane, vestito da principe era smagliante. Un giorno tornò al suo paese con la sua sposa, dalla sua mamma e vissero tutti felici e contenti.