Gli arabi
La morfologia della città, le sue peculiarità, l’economia, la flora e la fauna.
Durante l’emirato di Sawdan gli scaltri baresi appresero dagli arabi tutto quanto potesse tornare loro utile. Svilupparono moltissimo il commercio e l’attività industriale; impararono a cimentarsi coi cambi delle monete e con nuove unità di misura. Adottarono in parte l’abbigliamento saraceno e appresero l’arte del ricamo; impararono a coltivare il cotone e a giocare a carte. Anche gli artisti assimilarono diversi elementi della civiltà islamica, come mostrano alcune decorazioni della Cattedrale. Gli arabi lasciarono un’orma del loro passaggio anche nell’onomastica e nel dialetto. Inoltre un certo Mufarrag fece costruire una moschea che doveva essere situata nella zona dell’attuale cattedrale.
L’emirato di Bari cessò di esistere intorno all’871, quando la città fu riconquistata dall’imperatore d’Oriente Basilio e dall’imperatore del Sacro Romano Impero Ludovico.
Resta da chiedersi se la vera forza del piccolo stato musulmano consistette davvero nella potenza delle sue armi o non trovò piuttosto fondamento nella quiescenza dei baresi. Le testimonianze di storici e cronisti infatti fanno pensare ad un tacito assenso dei cittadini desiderosi di apprendere i segreti della civiltà islamica e sfruttare la protezione saracena per i loro traffici verso l’Oriente.