«La caratteristica che mi ha sempre contraddistinto non è stata tanto la paura di sbagliare quanto il coraggio di provarci». È questo biglietto da visita di Fabio Grosso, il nuovo tecnico del Bari che oggi pomeriggio si è presentato a stampa a tifosi. Tanta emozione e altrettanta prudenza per il neo allenatore biancorosso, che si è legato al club del presidente Giancaspro con un contratto biennale con opzione per il terzo.
«È un grandissimo piacere per me essere qui – ha dichiarato Grosso, alla prima esperienza tra i professionisti dopo quattro stagioni trascorse nelle giovanili della Juventus -. Ringrazio Sogliano per l’opportunità e ringrazio la Juventus che mi ha permesso di arrivare qui. In questa città c’è voglia di fare bene ed io ci arrivo con passione, energia ed entusiasmo. È bastato pochissimo per convincermi: una telefonata del direttore e poi un successivo incontro. Ci ho pensato molto poco per capire se questo salto potesse essere la cosa giusta da fare. Sentivo l’esigenza di concludere l’esperienza con i ragazzi e cominciare con i grandi. Io vivo molto di sensazioni, quando mi si è prospettata questa opportunità le sensazioni erano positive».
Un Grosso tanto pronto a giocarsi le sue chance quanto estremamente misurato quando si è trattato di parlare di obiettivi. «Dichiarare obiettivi – ha ammesso il neo allenatore – che non dipendono da noi sarebbe creare delle illusioni. Ci confronteremo con un campionato difficile, so benissimo quali siano le aspettative della piazza e della società. Ma al di là delle promesse l’unica che mi sento di fare è quella di dedicarmi interamente a questo club. Nella mia idea di calcio c’è la voglia di dare un’identità alla squadra lasciando i giocatori liberi di esprimersi e magari coinvolgendo la gente che viene allo stadio».
L’allenatore romano naturalmente non si è sbilanciato sulla composizione della rosa, nella quale non è escluso l’arrivo di qualche ex allievo della Juventus Primavera: «Al momento non c’è una lista dei rinforzi, c’è una condivisione di un’idea: prendere ragazzi che abbiano voglia di venire in questa piazza e fare bene. Brienza? Non amo parlare dei singoli. Siamo stati compagni di squadra, lo conosco bene so che può essere un ragazzo importante per questo club».
L’impressione dunque è quella di una persona pervasa di un understament che non è difficile rintracciare nella pregressa esperienza juventina. «La Juve – ha spiegato il tecnico – mi ha formato come professionista e come uomo. Mi ha fatto crescere tantissimo, tutto quello che ho imparato lì me lo porto insieme».