Spalla

Non è una regione per volpi. La Puglia e il regolamento per la caccia all’animale

Nicola Palmiotto
Pubblicati nel Bollettino della Regione Puglia del 2 novembre i nove articoli che disciplinano la pratica venatoria
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È una mattina di novembre. Il sole fa lentamente capolino sulle colline dell’Alta Murgia. Dalla foschia appare una muta di cani seguita da eleganti signori a cavallo bardati di tutto punto. Benvenuti in Pugliashire, durante la stagione della caccia alla volpe.

Nel supplemento al Bollettino della Regione Puglia numero 124 del 2 novembre scorso, è stato pubblicato il regolamento per “La caccia in battuta alla Volpe (Vulpes vulpes)”. In Puglia, così come avviene in altre regioni d’Italia, si può praticare la caccia a questo particolare animale. Un fatto che però non lascia indifferenti gli animalisti che in diversi casi hanno protestato contro questa pratica venatoria.

La caccia alla volpe nel territorio pugliese è disciplinata da nove articoli, che fissano il numero di partecipanti alla battuta (che va da un minimo di cinque ad un massimo di 15 tra cacciatori, battitori e canai), il periodo di caccia consentito (dal primo ottobre al 31 gennaio) e anche le giornate e l’orario in cui si può praticare (solo il mercoledì e la domenica dalle 7 alle 15).

Le battute possono avvenire solo dopo una ricognizione preliminare da parte degli ambiti territoriali di caccia, che verificano per prima cosa la questione più importante: la presenza dell’animale in zona; poi individuano le aree, stilano un piano con il numero massimo di capi “prelevabili” e il numero massimo di battute annuali che possono essere autorizzate. Quindi l’intento del regolamento sembra, almeno in teoria, finalizzato ad evitare la proliferazione della specie (che poi sarebbe anche il presupposto storico della caccia). E in realtà questo tipo di caccia non si pratica in guanti bianchi e a cavallo (anche se in rete esistono alcuni esempi) ma più prosaicamente a piedi e in abbigliamento tipico da cacciatore.

E pensare che la caccia alla volpe è stata vietata in Inghilterra, la patria di questo tipo di pratica venatoria, già dal 2004. Tanto che la upper class britannica, così affezionata ai propri nobili feticci, pur di non rinunciare ad essa si è inventata perfino un surrogato senza la volpe. Che quindi questa non sia l’ennesima trovata turistica della regione in materia di destagionalizzazione del turismo, la parola d’ordine (o il mantra se preferite) degli enti regionali preposti allo sviluppo della Puglia come meta di vacanza?

Ma anche se così fosse resta un problema. La tradizionale battuta di caccia dei lord inglesi avviene di solito a Santo Stefano, il coddetto Boxing day, che quest’anno cade di martedì. Quindi niente caccia, stando a quanto previsto dal regolamento regionale. Non ci resta che affogare il dispiacere in una tazza di te inglese.

martedì 14 Novembre 2017

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dr.vanessa maggi
dr.vanessa maggi
6 anni fa

e' un vero scempio uno schifo! ancora oggi in questa regione baciata dalla natura si assiste a pratiche primitive e senza senso, sinonimiche di un'ignoranza atavica e opportunistica che ahimè regna ancora sovrana. basterebbe che i contadini si adoperassero per recintare a dovere le loro gabbie di polli, per il resto questi animali fantastici non fanno male a nessuno, a parte cibarsi di serpenti e topi, non vedo dove sia il problema che è semmai in un rabbioso e violento pretesto di uccidere e fare fuoco disturbando sono animali bellissimi che si aver fortuna di avvicinare senza conseguenze. ancora oggi con il covid 19 gli esseri umani non capiscono che devono entrare in simbiosi con la natura piuttosto che distruggerla, altrimenti il prossimo virus annienterà forse tutta la specie umana.