Spalla

Genitori sull’orlo di un crisi di nervi, viaggio nella chat delle mamme

Nicola Palmiotto e Elena Albanese
Cosa sono, perché si farebbe bene a fuggire a gambe levate e alcuni consigli utili per sopravvivere
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Fuori è ancora buio. La sveglia non è suonata ma il telefonino sul comodino ha cominciato già a lampeggiare e a squillare. Sullo schermo compare il primo «Buongiorno mamme!». Subito dopo, arriva una cascata di messaggi fotocopia: «Buongiorno mamme!». Comincia così un’altra giornata nella famigerata chat whatsapp delle “mamme”, quel gruppo, generalmente a forte prevalenza femminile, di genitori che hanno i propri figli nella stessa classe.

La “creazione”
Se Dio ci ha messo sette giorni per plasmare l’universo, per creare il microcosmo che è la chat delle mamme servono pochi secondi. Quelli che intercorrono tra il suono della prima campanella dell’anno scolastico e la notifica che arriva puntuale sul cellulare. Sei stato/a aggiunto. E mò sono fatti tuoi. 

Chi popola le chat
Da noi al sud, diamocela tutta, l’educazione dei figli è  qualcosa che pertiene in modo quasi esclusivo alla figura femminile. Perciò non sorprende che il gruppo sia popolato in maniera quasi esclusiva da donne. Talvolta può esserci qualche nonna, un paio di sorelle maggiori, ma gli uomini che hanno la sventura di parteciparvi fanno in genere da tappezzeria e non intervengono quasi mai; dopo un po’ evitano anche di leggere i messaggi.  

L’utilità del gruppo
Ma a che serve la chat delle mamme? L'utilità del gruppo verte essenzialmente su notizie pratiche sulla vita antimeridiana dei figli: uscite anticipate, raccolte (quotidiane) di soldi per qualsivoglia esigenza, dalla carta igienica alla visita guidata, con buona pace del significato di "scuola pubblica", involontari scambi di oggetti che sfociano in messaggi scritti in punta di tastiera, affinché non sembrino ciò che effettivamente sono, insinuazioni e velate accuse: "Il mio piccolo non trova più una penna rossa nell'astuccio. Potete controllare se per caso, non volendo, è finita nello zaino di uno dei vostri?". 

E poi c'è l'interpretazione dei compiti, forse la quintessenza del gruppo, un brainstorming che a volte raggiunge le vette dell’esegesi biblica.

Saranno le insegnanti moderne, sarà la nuova didattica. Ma spesso mamme e papà non sono ben certi di come si debba svolgere il lavoro assegnato per casa. Aggiungiamoci che quanto più gli alunni sono piccoli, tanto meno sono attendibili. Ma la figura dell'ignorante non la vuole fare nessuno. Quindi si attende – speranzosi – che qualcuno si lanci in avanscoperta. Driin. "Ma nell'esercizio di italiano si scrivono una o tre frasi?". E' come aver dato la stura a una lattina di Coca cola ben agitata. Ovviamente le 18-20 versioni non coincidono mai, ma come nella miglior commedia dell'arte, si impara a conoscere i protagonisti dalle loro peculiarità. C'è la secchiona che dice "Noi ne abbiamo fatte quattro"; la pigra, per cui "Non è possibile!", con successivo appello a solidarizzare con la sua posizione: "Se ci siete rispondete!"; la piantagrane: "Io (che dovrebbe essere mio figlio, ndr) ne faccio solo uno, così la prossima volta la maestra si spiegherà meglio!". Mette tutte a tacere la saggia, con un concetto periodicamente ripetuto nel corso dei mesi: "Sono dell'idea che dobbiamo far fare loro quello che capiscono, in modo che possano imparare dai loro errori". E lì, colte in flagranza di reato, tutte si mettono a parte civile con una sfilza di "Quoto".

L’utilità del gruppo?
Però come tutte le cose social di questo mondo, anche la chat delle mamme spesso diventa un po’ come quando si va dal parrucchiere, o per gli uomini al bar dello sport: dove cioè si chiacchiera del più o del meno, si sentenzia sulle maestre, si propagandano culti e credenze, si diffondono catene di Sant’Antonio (“Facebook io non ti do il permesso…”, “Spegnete la tv durante Sanremo” e via dicendo), si discetta di medicinali e del loro utilizzo, ci si scambia informazioni sul meteo. Insomma, un cocktail che già così è difficile da mandare giù, ma che diventa assolutamente imbevibile quando si aggiunge il rosario degli auguri di Natale, Pasqua e tutte le feste comandate, più compleanni, onomastici e ricorrenze varie.

Spesso da questo microcosmo virtuale viene una voglia irrefrenabile di disintossicarsi. Infatti nonostante l’utilità del gruppo, ampiamente dimostrata da quanto sopra descritto, la fuga dalle chat delle mamme è un processo irreversibile. Se avete scelto di resistere, ecco alcuni consigli, pensati in base al livello di intensità con cui avete deciso di vivere la chat.

I consigli
1. Il silenziatore è d’oro
Questo consiglio è per coloro che farebbero a meno della chat ma che non possono lasciarla. In fondo è proprio questo il nodo gordiano: sottrarsi alla chat significherebbe essere bannati dalla comunità con la condanna di “colui o colei che si sente al di sopra degli altri”. In questo caso silenziare la chat è una scelta praticamente obbligata.

2. Ascoltare un solo messaggio audio
Se avete più tempo, magari la sera nel letto lontano da orecchie indiscrete, e siete in grado di affondare gli occhi nelle 300 e passa notifiche di media al giorno, il consiglio è quello di evitare gli audio messaggi. Qui siamo in presenza di una piaga che affigge le chat di whatsapp in genere, quella cioè di aprire il microfono e dare libero sfogo alla propria logorrea. Se proprio dovete farlo, ascoltate un solo audio, quello che segue il messaggio: «mi fate il riassunto?».

3. Le buone maniere
Se infine il vostro obiettivo è quello di scalare il gruppo genitori e arrivare al ruolo di rappresentante con il freddo calcolo di un Kevin Spacey in “House of Cards”, la chat la dovete prendere di petto, ma è fondamentale osservare alcune istruzioni pratiche. Controllare sempre (anche due o tre volte) in quale chat si sta per scrivere: si rischiano incidenti diplomatici che per sanarli serve poi una risoluzione dell’Onu.

Cancellare le foto. Perché se non si sta ben attenti, tra un santino e un gattino, tra una gif di auguri e un video in cui si celebra il dialetto locale, potrebbe finire un immagine osé. Poi vaglielo a spiegare al tuo partner…

Mantenere un basso profilo. Non vantarsi allegando jpeg di torte e impiattamenti degni di Carlo Cracco o dell'outfit sfoggiato alle feste, solo per ottenere complimenti poco sinceri (e inevitabili critiche sottobanco). E infine non far mancare il grazie alla solerte rappresentante in carica, ma non prendere posizioni troppo decise nelle querelle in cui non si è chiamati in causa direttamente. Prima o poi la stessa sorte potrebbe capitare anche a voi, con i "panni sporchi" di vostro figlio/a che, anziché essere lavati in casa, saranno esposti in pubblica piazza (virtuale).

giovedì 16 Marzo 2017

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