Politica

Cassa prestanza, Irma Melini abbandona l’aula in segno di protesta per l’inerzia del sindaco

La Redazione
«Abbandono - ha detto la consigliera comunale e candidata sindaca - per prendere le distanze da chi continua a prendere in giro i dipendenti comunali»
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«Nella seduta di consiglio comunale dello scorso 11 dicembre, su mia proposta, sono state approvate due delibere su Cassa Prestanza, ovvero una che prevede di liquidare la buonuscita di Cassa Prestanza per i dipendenti già andati in pensione e l’altra che impegna il sindaco a ripristinare il prelievo della quota di Cassa Prestanza affinché la stessa non muoia prima che si individuino altre soluzioni per riconoscere il maturato a chi ha versato fino ad oggi.

Sono trascorsi più di due mesi e, non solo il sindaco non si è impegnato come il consiglio comunale ha richiesto, non solo non si è opposto con i numeri della sua maggioranza all’approvazione di quell’impegno, come avrebbe potuto fare, ma per di più alla mia richiesta di chiarimenti non si è degnato nemmeno di rispondere. Motivo per il quale io oggi, a causa di questi comportamenti, ho chiesto la formale censura del primo cittadino e motivo per cui, dopo aver spiegato le mie ragioni, abbandonerò l’Aula, perché ritengo che questa Amministrazione stia esautorando il Consiglio anche della prerogativa di poter decidere sul riconoscimento di meri diritti quesiti. Abbandono per prendere le distanze da chi continua a prendere in giro i dipendenti comunali, sperando che le promesse lo salvino ancora in vista delle elezioni di maggio».

Così la consigliera Irma Melini, candidata sindaco alle Amministrative 2019, sulla situazione di Cassa Prestanza del Comune di Bari, il “salvadanaio” dei dipendenti comunali, che fino a qualche anno fa garantiva una «buonuscita» a coloro che andavano in pensione e che avevano versato una quota mensile trattenuta sullo stipendio, al centro del dibattito politico negli ultimi mesi a Palazzo di Città e che si trova in una difficile situazione: tra blocco del contributo comunale dal 2016 e lo stop, da novembre, alla quota mensile del 3% dello stipendio versata dai dipendenti attualmente in carica, che ha messo in crisi il meccanismo di buonuscite e fondi da spartire, con il rischio che i pensionati possano perdere in parte le somme versate.

venerdì 22 Febbraio 2019

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Franco
Franco
5 anni fa

Ovvio che a tutti i candidati convenga in tempo di elezioni ergersi a paladini di tanto numerosi dipendenti comunali. Ma la Cassa Prestanza ha fin qui funzionato come le finanziarie piramidali, i primi che arrivano prendono il premio ma poi per gli ultimi non ce n'è più. Ora chiedere al Sindaco di rimpinguare le casse con soldi pubblici per poter pagare all'infinito i dipendenti è un'operazione finanziaria costosissima sulla quale occorre riflettere bene. E non solo in termini elettorali.