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Seduta sul decentramento sospesa, Melini: «Ancora una prova del fallimento di Decaro»

La Redazione
Bagarre in aula Dalfino nel pomeriggio
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Seduta del Consiglio comunale sospesa nel pomeriggio.

In aula si stava discutendo del decentramento amministrativo, questione introdotta dalla relazione dell’assessore al Decentramento, Angelo Tomasicchio.

Lettura che sarebbe stata troppo lunga, tanto da scatenare la rivolta dell’opposizione.

“Ha impiegato un’ora e mezza per leggere 13 pagine su 30, non è possibile leggere una parola al minuto” ha tuonato via Facebook la consigliera Irma Melini, ricordando che di conseguenza la seduta rischiava di protrarsi per diverse ore, prima che montasse la protesta tanto da farla sospendere.

Ad abbandonare l’aula anche il presidente della Commissione decentramento, Muolo, che «ha presentato, insieme ai colleghi (compresi quelli di opposizione) – dichiara la Melini – un ordine del giorno che va in contrasto con la stessa relazione che Tomasicchio sta leggendo ora in aula. Ecco la prova provata del fallimento».

Il decentramento amministrativo – ha spiegato in una nota la Melini – è «un altro costo inutile grazie a questa Amministrazione. La Giunta Decaro ne discute solo oggi in consiglio comunale, quando il regolamento comunale lo imponeva ad un anno dalla istituzione dei municipi ovvero nel 2015, con quattro anni di ritardo e senza neanche tutti i consiglieri di maggioranza in Aula. D’altronde il decentramento amministrativo è uno degli esempi del fallimento dell’Amministrazione Decaro che in tutti questi anni non ha mai delegato le funzioni ai municipi, rendendole praticamente inutili. Un dato è certo: i consiglieri e i presidenti dei cinque municipi costano quasi un milione di euro ai baresi, senza però aver ricevuto le deleghe necessarie a riconoscere i servizi alla persona, tra cui minori e anziani, le attività culturali, sportive e di controllo del territorio, inclusa la sua manutenzione. La verità è che il decentramento va completamente rivisto, perché non ha senso eleggere i consigli municipali se non si riconoscono loro i poteri. Invece, questa Amministrazione ha agito per spot elettorali che raccontavano di un bilancio partecipato, di fatto negato, la réclame di “Bari per Bene”, che sa solo sanzionare, e delle giunte territoriali praticamente inesistenti se pensiamo che ne ha fatte solo cinque nei 6 mesi del 2014, quattro nel 2015, due nel 2016, due nel 2017, dopo di che il nulla. Tutto questo vuol dire – ha concluso la Melini – continuare a prendere in giro i baresi che sono rimasti senza servizi, ma con un costo della politica insostenibile se gestito da chi fino ad oggi ha fallito».

lunedì 21 Gennaio 2019

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