Reclama un posto nel Consiglio Metropolitano di Bari e fa ricorso straordinario al Presidente della Repubblica per l’annullamento della delibera, ritenuta ingiusta, che non gliel’ha assegnato.
Nicola Piergiovanni, da quanto ci risulta, è pronto a dar battaglia per far valere i propri diritti e per consentire la rappresentanza molfettese, attualmente assente, nell’ente pda Decaro. In particolare il presidente del Consiglio comunale di Molfetta si riferisce al posto attualmente occupato da Pasquale Longobardi, consigliere comunale di Castellana Grotte.
Ma andiamo con ordine, con un premessa d’obbligo: possono diventare consiglieri metropolitani solo quelli che siedono nel Consiglio comunale del proprio paese.
Detto questo, ecco la storia.
Nicola Piergiovanni fu eletto consigliere comunale nel maggio 2013 e a ottobre 2014 partecipò alla campagna elettorale per l’elezione dei 18 componenti del Consiglio metropolitano di Bari nella lista “Città insieme”. Ottenne 2.207 voti ponderati, piazzandosi secondo dei non eletti alle spalle di Michele Laporta.
A settembre 2015 si dimise il consigliere Alfonso Pisicchio e al suo posto entrò proprio Laporta. In quel momento, quindi, Piergiovanni divenne primo dei non eletti.
Circa un anno dopo, nell’aprile 2016, si dimise il sindaco di Molfetta Paola Natalicchio e venne disposto lo scioglimento del Consiglio comunale con nomina del commissario straordinario Mauro Passerotti. A giugno 2017, com’è noto, Piergiovanni venne rieletto consigliere comunale.
Altra tappa. A fine ottobre Pasquale Natilla, altro consigliere metropolitano, non fu rieletto a Bitonto, perdendo il seggio. Ed è qui che si sostanzia l’oggetto dell’attuale contenzioso.Al suo posto entrò Longobardi, con 400 voti ponderati, e non Piergiovanni, che lo precedeva.
Come mai? Perché dopo le dimissioni della Natalicchio, secondo il Consiglio metropolitano, Piergiovanni era decaduto dalla lista e aveva perso la priorità. E come lui anche Saverio Patimo, che lo seguiva nella lista, ma senza poter aspirare al seggio, non essendo comunque stato eletto a Molfetta.
Tutta la storia ha posto le premesse per il ricorso. Piergiovanni considera illegittima la decisione di non assegnargli il seggio perché al momento della cessazione del ruolo da parte di Natilla, lui era stato eletto a Molfetta. Di fatto, quindi, esercitava il ruolo di consigliere comunale, conservando quindi la priorità.
Il presidente del Consiglio comunale, peraltro, contesta di non aver ricevuto l’obbligatoria comunicazione di avvio del procedimento di surroga, ovvero di non essere stato a conoscenza della decisione di non concedergli il seggio metropolitano.
Un braccio di ferro in punta di diritto, insomma. Con l’obiettivo di recuperare il seggio e rappresentare la città nell’ente metropolitano.