ll presidente del Consiglio comunale di Bari, Pasquale Di Rella, ha manifestato la piena disponibilità a sottoporsi spontaneamente a perizia calligrafica e invitato i colleghi consiglieri a fare altrettanto.
È il recente sviluppo del caso degli insulti sessisti rivolti alla consigliera Irma Melini, comparsi su una scheda durante una votazione a scrutinio segreto.
Dasl presidente dell’assise cittadina, anche un accorato appello all’autore dell’insulto «affinché si assuma
pubblicamente la responsabilità dell’insano gesto e chieda scusa ad
Irma, al Consiglio comunale ed alla città».
«La
politica, in questo caso, deve assolutamente arrivare prima della
magistratura perché solo così – forse – potremmo restituire
all’istituzione la dignità perduta» commenta Di Rella.
«Quest’oggi alle 16,30 il segretario generale del Comune di Bari, avvocato Donato Susca, colui
che custodisce il plico sigillato delle 23 schede di voto, aprirà in mia
presenza – proprio come da me richiesto – la busta per permettermi di
acquisire la scheda nulla che contiene la diffamazione aggravata in mio
danno – comunica la consigliera Melini -. Lo ringrazio per la celerità con la quale stiamo procedendo volta
ad individuare quanto prima l’autore di questo gesto vigliacco che ha
offeso le donne e vilipeso l’Istituzione comunale. Acquisita la scheda,
deposito la querela di diffamazione aggravata e nei prossimi giorni,
chiederò ai colleghi di sottoporsi spontaneamente a perizia
calligrafica, presso la mia stanza in Comune alla presenza di un
consulente esperto».
«In queste ore ho anche fatto richiesta al presidente del
consiglio, al sindaco e al segretario generale di poter acquisire
formalmente la rinuncia da parte di ogni singolo consigliere-votante,
quindi all’unanimità dei 23 presenti, al diritto alla segretezza del
ridetto voto, così da renderne palese la paternità» aggiunge.
«La
non cultura sessista è ancora imperante e si annida in ogni angolo
della nostra società. Per questo, a chi stamane ha scritto anche solo su
un social o incautamente detto in qualche corridoio del Comune, che la
scheda oltraggiosa è opera mia, risponderò con una denuncia-querela, con
la precisa scelta di devolvere il risarcimento del danno in favore di
un centro comunale antiviolenza. Basta tollerare tutto e tutti».