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Fusione Asl, il centrodestra non ci sta

La Redazione
Allo studio della Regione l'ipotesi di accorpare e ridurre a tre le aziende sanitarie locali. Il no di Damascelli e Zullo
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«Il progetto di accorpamento delle Asl pugliesi sembra il perfezionamento di un’opera di centralizzazione del potere cominciata da Vendola e che Emiliano si appresta a concludere».

Netta presa di posizione di Domenico Damascelli, consigliere regionale di Forza Italia, sull’ipotesi, al vaglio della Regione Puglia, di accorpare le aziende sanitarie locali.

«Dal 2006 appare evidente l’impossibilità di compiere controlli stringenti sulla gestione di Asl sempre più vaste: e se il controllo è difficile oggi, figuriamoci che grado di verifica sulla trasparenza e legalità degli atti aziendali si potrà avere con sole tre Asl per tutta la Puglia» esclama Damascelli.

Il consigliere elenca, a dimostrazione della sua tesi, i dati della sola Asl Bari: «30mila determine l’anno, 2.800 delibere e 50mila mandati di pagamento. Il collegio dei revisori, poi, effettua controlli a campione».

No all’ipotesi anche da Direzione Italia. Dal presidente del gruppo regionale, Ignazio Zullo, un appello ai colleghi del centrosinistra «perché non si appiattiscano ancora una volta sulle posizioni di Emiliano per timor riverenziale o per paura di contraddire il capo, ma si facciano interpreti dei nostri dubbi e degli interessi dei pugliesi, pretendendo un’analisi appropriata della situazione di base e un piano che dimostri la necessità della Riforma in termini di migliore efficienza e spesa sanitaria più razionale».

lunedì 25 Settembre 2017

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