La Regione Puglia, con delibera di Giunta approvata nella seduta di venerdì, ha deciso di disciplinare le modalità di erogazione, come Lea (Livelli essenziali di assistenza), della prestazioni di Procreazione medicalmente assistita (Pma) omologa ed eterologa, in attesa che si definiscano, attraverso un decreto del ministero della Salute, non ancora approvato, le tariffe massime delle prestazioni.
L’esecutività della delibera – precisa l’ufficio stampa della Regione Puglia – è però subordinata al parere che esprimerà il tavolo congiunto tra i ministeri della Salute e dell’Economia per la verifica degli adempimenti regionali relativi al Piano operativo 2016/2018.
Infatti, alle regioni in piano operativo o in piano di rientro, è preclusa la possibilità di garantire, sia con oneri a carico del Sistema sanitario regionale che con oneri a carico del bilancio autonomo regionale, prestazioni sanitarie non comprese nei Lea. «Occorre dunque prima, e in fretta, stabilire le tariffe a livello nazionale per poi poter applicare pienamente il Dpcn nella parte riguardante la Pma» commenta la Regione.
La giunta ha anche individuato un Fondo unico di remunerazione per il 2017 ai fini della contrattualizzazione dei centri di Pma provvisoriamente accreditati. In fase di prima applicazione ed in via sperimentale, si è individuata la somma di 800mila euro dal fondo sanitario regionale, accreditando provvisoriamente 6 centri.
Due centri si trovano a Bari: Centro Pma Casa di Cura Santa Maria in Via De Ferrariis, 18/D e Centro di PMA San Luca in via Orazio Flacco 11/5. Un centro si trova a Bisceglie (MomòFertilife Srl in via Cala dell’Arciprete, 2/N); due a Brindisi (Centro Salus in via Appia, 366 e Centro Progenia sulla strada statale 7 alla Cittadella della Ricerca) e uno a Taranto (Centro di Riproduzione e Andrologia Crea Srl in via Scoglio del Tonno, 79/A).