Politica

Economia e povertà, Galbraith: «Riforme devono coinvolgere l’intera società»

La Redazione
C'era anche l'economista statunitense al forum internazionale promosso dalla Regione. Presentato il "Manifesto di Bari"
scrivi un commento 130

È stato varato il Manifesto di Bari e molte suggestioni, come l’idea di un “new deal” per l’Africa sono arrivate dalla giornata di lavoro del forum “Economia e povertà: politiche pubbliche per lo sviluppo sostenibile e la salute globale”.

Questo nei giorni del G7 di Bari, quando nel centro cittadino si sono dati appuntamento i ministri delle finanze e i banchieri centrali delle sette potenze mondiali. La Regione Puglia ha scelto invece di riunire gli studiosi in una struttura dei Padri Francescani, in periferia nel quartiere Japigia.

Il Manifesto di Bari «potrà essere migliorato e implementato da chi lo sottoscriverà successivamente» ha detto Giammarco Surico, coordinatore dei lavori.

Nell’appuntamento multidisciplinare, studiosi di varie estrazioni si sono confrontati con la cittadinanza attiva e la Regione Puglia.

«Il bene nella storia è sempre stato connotato dalla sua diffusione – ha dichiarato il presidente della Regione, Michele Emiliano -. Il bene di una sola persona non è mai stato considerato da nessuna società come un elemento positivo. Il bene normalmente è una condizione allargata alla comunità. E la comunità riguarda tutti gli esseri viventi sul pianeta. Ed è dunque evidente che c’è un’irruzione della storia di una pretesa di sviluppo equilibrato, di tutela del creato, che distribuisca equamente la ricchezza e ci consenta di vivere con senso di responsabilità il tempo che passa per tutti. La politica serve a questo, a tramandare alla generazione successiva il patrimonio di quella precedente, custodendo tutto ciò che è stato importante».

«Non faccio parte – ha detto l’economista James Galbraith, già consigliere del presidente statunitense Barack Obama e protagonista della Guest Lecture – della schiera degli economisti beneducati che sostengono che povertà e diseguaglianze sono da affrontare separatamente. Io non sono beneducato e non credo che la crescita sia un elisir magico: sono riformista e democratico e credo che le riforme debbano coinvolgere l’intera società, compresi ricchi e potenti. Finora non si è agito così e abbiamo visto che una delle conseguenze è stato mettere a rischio la pace nel mondo. Che è a rischio anche a causa delle diseguaglianze».

Galbraith ha ripreso anche l’idea di un nuovo New Deal: «Nella nostra agenda di base, la Modest Proposal, abbiamo chiesti che ci si impegnasse senza preconcetti per la gestione del debito pubblico. Lo fecero gli inglesi nel dopoguerra, quando dovettero affrontare – in chiave keynesiana – un tasso di disoccupazione oltre il 10%. Un new deal potrebbe essere proposto anche per l’Africa, che oggi soffre di una crisi di crescita che porta a intense migrazioni. Spero che l’Italia e la Puglia vogliano iniziare a mostrare la strada a tutti».

I numeri della povertà sono stati descritti da Federico Polidoro dell’Istat, il professor Vito Peragine ha illustrato una serie di studi sull’inizio della diseguaglianza in Italia e nel mondo. Per il nostro paese, la forbice dei redditi ha cominciato a aumentare in modo esponenziale dopo la crisi del 93-94, affrontata anche con massicce dosi di privatizzazioni e con il ritiro dello Stato da parte dell’economia.

Maria Teresa Gattullo ha invece descritto l’economia di comunione, scelta da alcune comunità cattoliche in Italia e in Europa.

Anche l’ambasciatore del Marocco in Italia, Hassan Abouyob, ha affrontato lo sviluppo del terzo mondo: «Occorre rendere la società mondiale una società umana». Maria Neira dell’Organizzazione mondiale della società ha puntato il dito sulla necessità di una riorganizzazione dell’energia in chiave ecologica: «Abbiamo avuto finora 7 miliardi di morti prematuri nell’era industriale per l’inquinamento dell’aria. Questo perché non c’è stata finora energia pulita, sostenibile e occasionale. È un problema sanitario prima che ambientale. Anche quelle dei trasporti e la pianificazione urbana sono politiche sanitarie».

Edoardo Nissoni, dell’università Bocconi ha rimarcato come «sia fondamentale garantire benessere per tutti senza lasciare indietro nessuno. Deve tornare il multilateralismo tra i Paesi, rimettendo al centro la Carta delle Nazioni Unite».

Da Salvatore Ippolito, della commissione Onu per i rifugiati è tornata la proposta di un “New Deal”, con un forte intervento economico internazionale, per l’Africa.

Barbara Valenzano, capo dipartimento Ambiente è ritornata invece sulla questione del danno sanitario da emissioni industriali, con speciale riferimento alle diossine e alla loro correlazione con alcuni tumori, arrivando alla decisiva proposta di de carbonizzazione dell’Ilva e la sostituzione del coke con il preridotto e il gas naturale.

Le conclusioni della sessione sono state affidate a Grazia Francescato, che ha invocato una «riconversione ecologica dell’economia, ripartendo da quanto ha scritto Papa Francesco, uno degli ultimi uomini politici rimasti, nella sua enciclica Laudato Si».

In introduzione dell’ultima sessione, l’assessore al Welfare Salvatore Negro ha descritto l’avvio della misura Red, il reddito di dignità pensato dalla Regione, «uno strumento possibile per dare battaglia alla povertà».

L’incontro si è concluso con la tavola rotonda con esperti delle istituzioni, del mondo della Ricerca, delle Imprese e del Terzo Settore

sabato 13 Maggio 2017

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti