Cultura

Icone russe in mostra

La Redazione
Al Castello Normanno Svevo 36 opere del XVII-XVIII secolo provenienti dalle collezioni di due musei moscoviti. Fino al 30 giugno
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Sarà visitabile sino al 30 giugno, nel Castello Normanno Svevo di Bari, la mostra “L’icona Russa: Preghiera e Misericordia”.

L’esposizione è stata inaugurata il 1° maggio e giunge nel capoluogo pugliese dopo il grande successo, da ottobre a dicembre 2017, al Museo di Roma di Palazzo Braschi, in occasione del 25mo anniversario delle relazioni diplomatiche ufficiali tra la Federazione Russa e il Sovrano Ordine di Malta e da dicembre a febbraio 2018 nella Polveriera Napoleonica Contrada Garzoni di Palmanova.

L’idea della mostra nasce dal desiderio di raccontare la profonda comunanza di ideali tra cristiani d’Oriente e d’Occidente: per entrambi infatti preghiera e misericordia sono espressioni fondamentali del servizio divino e parte imprescindibile della vita quotidiana. Sono proprio questi ideali comuni della cristianità ad essere testimoniati dall’icona russa.

Suggestiva la scelta della città che ospita la terza tappa della mostra LIcona Russa, ovvero Bari, nota per essere la città nella quale riposano le reliquie di San Nicola. Tale condizione ha reso Bari e la sua Basilica uno dei centri prediletti dalla Chiesa ortodossa in Occidente e anche un importante centro di comunicazione interconfessionale tra l’Ortodossia e il Cattolicesimo. Proprio nella città di Bari, secondo il testo russo antico “Storia della traslazione”, lo stesso San Nicola, quando era vescovo di Myra in Licia, avrebbe auspicato che le sue spoglie venissero trasferite. Proprio per celebrare questo legame la mostra è stata arricchita, rispetto alle altre edizioni, con una preziosa icona raffigurante “San Nicola di Myra”.

L’icona russa: Preghiera e Misericordia” è la prima mostra ospitata nel Museo dopo la recente musealizzazione del piano nobile del Castello Svevo di Bari e il Polo Museale della Puglia intende dare avvio con questa iniziativa a una stagione di mostre di grande respiro internazionale.

La mostra presenta 36 icone del XVII-XVIII secolo provenienti dalle collezioni di due musei moscoviti, il Museo Centrale di cultura e arte russa antica Andrej Rublev, e il Museo Privato dell’Icona Russa, e un’opera di Vladimir Tatlin, Composizione con superfici trasparenti (1916), oltre a una scultura contemporanea, Madre di Dio Grande Panagia di Dmitrij Gutov (2012), entrambe appartenenti a collezioni private.

Il tema centrale della mostra – preghiera e misericordia – non resta dunque confinato all’ambito delle opere d’arte medioevali, ma trova prosecuzione nell’epoca dell’avanguardia russa e nell’arte russa contemporanea.

In mostra vengono presentate sia opere di botteghe e laboratori ampiamente noti, ad esempio, la Trasfigurazione dipinta nel Palazzo dell’Armeria di Mosca, sia icone provenienti dalle regioni del Volga, di Kargopol’, del bacino del fiume Kama – territori nei quali nel corso del XVII-XVIII secolo si svilupparono scuole e maniere iconografiche locali.

Ai visitatori saranno presentate icone mariane (la Madre di Dio Odigitria di Šuja e la Madre di Dio Odigitria di Tichvin del XVII secolo, la Madre di Dio della Passionedella fine XVII-primo terzo del XVIII secolo), un ciclo cristologico (la Trasfigurazione del XVII secolo, l’Entrata del Signore a Gerusalemmedel XVIII secolo, la Resurrezione di Cristo del XVIII secolo), e anche l’Arcangelo Michele, San Nicola Taumaturgo (di Zarajsk), il Miracolo di san Giorgio e il drago, i Martiri Quirico e Giulitta, la Grande Martire Parasceve, e infine, raffigurazioni di santi monaci russi: San Sergio di Radonež, i Santi ZosimaeSavvatij, San Makarij di Unža, San Nil di Stolbnyj, i Santi Evfimij e Chariton di Sjamžem.

Curatori del progetto sono Lilija Evseeva, responsabile scientifico e di catalogazione del Museo Centrale di cultura e arte russa antica Andrej Rublev, e Julija Buzykina, direttore del dipartimento scientifico-formativo del Museo dell’Icona russa.

Opere scelte con l’intenzione di far conoscere ai visitatori l’icona russa di un’epoca in cui Russia ed Europa vissero un intenso avvicinamento culturale (XVII-XVIII secolo). Questo processo, insieme alle riforme, fu intrapreso dallo zar, successivamente imperatore, Pietro I. Per sua volontà si recarono in Europa eminenti statisti, diplomatici e militari, allo scopo di instaurare contatti politici ed economici. Costoro riportarono in patria diari di viaggio attraverso cui la società russa ebbe la possibilità di scoprire le peculiarità della vita spirituale e lo stile di vita dell’Europa. In particolare, nel 1697, il boiaro Boris Petrovič Šeremetev, venne incaricato di svolgere una missione diplomatica dai sovrani europei e dal Papa. L’anno dopo il coppiere imperiale Petr Tolstoj, lasciò una dettagliata descrizione di Bari e della basilica in cui sono custodite le reliquie di San Nicola, che ancora oggi, accomunano nella venerazione cattolici e ortodossi. Come già Šeremetev, anche Tolstoj visitò La Valletta, residenza dell’Ordine di Malta, con cui la Russia instaurò allora, per la prima volta, relazioni diplomatiche, allo scopo di unire gli sforzi per difendere i cristiani in tutto il mondo.

Per la Russia questa fu un’epoca di profondi cambiamenti sociali, politici, culturali, che si riversarono nell’espressione artistica: apparve proprio in questo momento la pittura profana. Nel contempo, l’icona continuò a mantenere il proprio significato e valore, arricchendo il proprio linguaggio artistico con le influenze dell’arte occidentale. Elementi che anziché far passare in secondo piano l’arte dell’icona, la consolidarono. L’icona andò al di là della raffigurazione religiosa arrivando a rappresentare gli aspetti mistici della realtà russa.

L’icona russa non si limita solo a quel periodo ma prosegue anche nel XX secolo, quando agli inizi del ‘900 anche l’avanguardia artistica russa puntò sull’icona come mezzo per esprimere il trascendente. E poi ancora gli artisti contemporanei alla ricerca di propri percorsi per realizzare immagini iconiche. Tutti questi fenomeni legati all’icona russa sono presenti nella mostra.

Il progetto conta il patrocinio dell’Ambasciata della Federazione Russa presso la Santa Sede, del Sovrano Ordine di Malta, dell’Ambasciata del Sovrano Ordine di Malta presso la Santa Sede e dell’Arcidiocesi di Bari- Bitonto, nonché l’impegno personale di Hilarion, Metropolita di Volokolamsk, presidente del Dicastero per le relazioni ecclesiastiche internazionali del Patriarcato di Mosca.

La mostra è stata resa possibile grazie al sostegno della Regione Puglia, del Comune di Bari, del mecenate Mikhail Abramov, fondatore del Museo Privato dell’Icona Russa e al supporto di Apulia Film Commission, Teatro Pubblico Pugliese, Pugliapromozione, Puglia 365 e Piiil Cultura in Puglia.

Questa iniziativa offrirà l’occasione di un rafforzamento, attraverso un grande progetto culturale, delle relazioni di amicizia interconfessionali e internazionali tra i cristiani dell’Oriente e Occidente. Organizzazione dell’Associazione CheLovekMaKak (per l’edizione di Bari) e Mondo Mostre (supporto generale). Servizi Museali di Nova Apulia.

Informazioni
Il Castello Normanno Svevo di Bari è aperto tutti i giorni, a esclusione del martedì. Orario biglietteria: dalle 8.30 alle 18.30.

Ingresso: 3 euro; biglietto ridotto 1,50 euro. Telefono: 080 5213704.

venerdì 4 Maggio 2018

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