Cultura

Chia rilegge i guerrieri di terracotta

La Redazione
Apre sabato nella Pinacoteca metropolitana la personale del celebre scultore. Fino al 31 marzo
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Sarà inaugurata sabato 21 ottobre, alle 18 nella Pinacoteca metropolitana Corrado Giaquinto, la mostra
Sandro Chia e i guerrieri di Xi’An, promossa dalla Città Metropolitana di Bari.

L’esposizione è stata presentata questa mattina, da Clara Gelao, direttrice e da Francesca Pietroforte, consigliera metropolitana delegata ai Beni culturali

La mostra documenta un particolare momento della ricerca espressiva di uno dei più significativi protagonisti dell’arte contemporanea, Sandro Chia (Firenze 1946), apparso sulla scena internazionale alla Biennale di Venezia del 1980 con il gruppo dei cinque artisti della Transavanguardia. Da allora la sua opera è stata esposta nelle più importanti rassegne internazionali d’arte e in prestigiosi musei, quali il Metropolitan Museum di New York.

A cura di Clara Gelao e Enzo Di Martino, l’esposzione è incentrata sugli antichi Guerrieri di Xi’an (210 a.C.), ritrovati in Cina nel 1974, di cui il governo cinese ha realizzato un limitato numero di copie in terracotta. Sono quelle che Chia ha dipinto con i suoi motivi formali, appropriandosene idealmente e facendole così diventare sue “opere fatte ad arte”.

Nella Pinacoteca sono esposti nove grandi Guerrieri, un Cavallo e sette piccole Teste, sui quali Chia ha deposto il suo gesto pittorico. L’artista fiorentino è stato infatti definito “nomade e disinibito” per la capacità di alimentare il suo mondo creativo attingendo a fonti diverse e pervenendo ad una personale cifra formale. Un gruppo di sedici monotipi e dieci tecniche miste completano la rassegna. Ne risulta una mostra affascinante, che intende consegnare ai visitatori una visione rappresentativa del complesso e poetico mondo immaginativo di Chia.

«La Pinacoteca di Bari non è nuova a sperimentazioni espositive che mettono in campo il confronto tra antico e contemporaneo, da quella dedicata a Jannis Kounellis nel lontano 1979, ad altre successive, come quelle dedicate a Mimmo Paladino e a Carlo Guarienti ha affermato Clara Gelao. Il senso è quello di mettere in discussione alcune categorie da sempre considerate fondamentali: ciò che noi, ad esempio, siamo portati a definire come passato e presente, luogo e non luogo, colore e forma, arte occidentale ed orientale, con una terminologia, peraltro, molto generica. La cromia sulfurea e accesa, i segni liberi e sprezzanti, i fantastici “neri” di Chia investono e trasformano le antiche forme dei “guerrieri” di Xi’an, non usandoli semplicemente come supporto plastico, ma reinventandoli e restituendoceli in modo che essi appaiano al tempo stesso antichi e contemporanei».

«Con questa mostra offriamo ai visitatori un percorso espositivo di altissimo livello, con un artista che è stato ospitato nelle più importanti rassegne internazionali d’arte e in prestigiosi musei, quali il Metropolitan Museum di New York, lo Stedelijk Museum di Amsterdam e il Museo di Düsseldorf – ha proseguito Francesca Pietroforte -. Se con la prima mostra ci siamo interrogati sui paesaggi della Terra di Bari, con la seconda abbiamo allargato la riflessione alla Puglia e al suo genius loci, con questa terza mostra abbiamo immaginato, attraverso le opere di un artista di rilievo internazionale, di far dialogare Occidente e Oriente, antico e contemporaneo. È nato un ponte tra culture che è stato la naturale evoluzione del progetto complessivo delle mostre in Pinacoteca: prima la cultura e l’identità locale, poi lo spirito dei luoghi della nostra regione e infine l’incontro tra due grandi culture provando a spiegare come la sintesi di storie, tradizioni, visioni diverse possa produrre arte e bellezza. L’arte ci insegna come la diversità possa essere intesa come valore, lanciando un messaggio di rispetto e accoglienza».

La mostra resterà aperta fino al prossimo 31 marzo.

giovedì 19 Ottobre 2017

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