Annullata con rinvio al tribunale del Riesame di Bari per una nuova decisione, l’ordinanza emessa dai giudici barese nel luglio scorso con la quale era stata attenuata la misura degli arresti domiciliari disposta a fine gennaio per l’ex patron della Banca Popolare di Bari, Marco Jacobini e per il figlio Gianluca, ex direttore generale, unitamente ad altre persone accusate di falso in bilancio, falso in prospetto e ostacolo alla vigilanza, nell’ambito dell’indagine della Procura di Bari sulla gestione della banca nell’ultimo decennio fino al commissariamento, per il quale è in corso il processo.
Lo ha stabilito la Corte di Cassazione.
I giudici della Suprema Corte, accogliendo il ricorso presentato dall’avvocato Francesco Paolo Sisto (studio FPS), unitamente all’avv. Giorgio Antoci che hanno sostenuto la mancanza dei presupposti per il mantenimento di ogni misura, hanno annullato il provvedimento con il quale l’8 luglio scorso il Tribunale della Libertà aveva sostituito gli arresti domiciliari con il divieto di dimora nel comune di Bari e della misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare la professione di dirigente di istituti bancari e delle imprese o uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese per la durata di 12 mesi. Per il momento, dunque, resta in piedi l’ordinanza del Riesame fino a una nuova decisione di un’altra sezione dello stesso tribunale.
Marco Jacobini nelle scorse settimane è stato raggiunto da un nuovo provvedimento di interdizione emesso dal gip del tribunale di Bari nell’ambito di un altro filone di inchiesta sull’istituto – commissariato il 13 dicembre dell’anno scorso dalla Banca d’Italia e ora con un nuova cda – sul crac delle società riconducibili all’imprenditore Vito Fusillo.
Si attende una nuova oculata decisione del tribunale di Bari