Cronaca

Lavori all’ex Kursaal: i rifiuti finivano in acqua sul lungomare

La Redazione
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Lavori di restauro al Kursaal
La fanghiglia proveniva da una conduttura di acque bianche presente al di sotto del lungomare
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Nella mattinata di oggi il personale della Guardia Costiera del Nucleo Operativo di Polizia Ambientale di Bari ha completato un intervento sul lungomare di Bari, già iniziato nella giornata di ieri, a seguito di una segnalazione pervenuta alla sala operativa della Capitaneria di porto in merito allo sversamento in mare, nello specchio acqueo antistante il Teatro KURSAAL SANTA LUCIA in Largo Adua, di una non meglio identificata sostanza che stava alterando visibilmente la colorazione dell’acqua.

«In quel momento – si legge in una nota della Guardia Costiera – era stata immediatamente verificata la presenza in mare di una grande chiazza di acqua biancastra, tendente al grigio, proveniente dallo sbocco di una conduttura di acque bianche presente al di sotto del lungomare. Avendo quindi accertato visivamente che quanto riversato in mare appariva come fanghiglia, era apparso subito chiaro un collegamento con il cantiere edile presente dalla parte opposta della strada, dove sono in corso i lavori di ristrutturazione dell’immobile ex “Kursaal Santa Lucia”.

All’interno del cantiere era presente un cassone metallico per la raccolta di rifiuti speciali provenienti da demolizione, nel quale erano depositati rifiuti di vario genere, tra cui anche fanghi prodotti dalla miscelazione dell’acqua con cemento, malta e detriti.

In più, si accertava la presenza di un tombino d’ispezione all’interno del cantiere, aperto, nel quale risultavano presenti due condutture a cielo aperto, in una delle quali (quella più bassa) vi era fanghiglia pressoché identica a quella riversata in mare a circa 20 metri di distanza.

Era quindi evidente che nel tombino all’interno del cantiere confluivano fanghi e percolato che tracimavano dal cassone di raccolta e si riversavano, vista la pendenza del piazzale, nelle condutture sottostanti.

Fattosi buio, le attività di controllo e verifica sono quindi riprese nella mattinata di oggi, allorquando i sospetti del giorno precedente hanno avuto conferma visto che la fluoresceina riversata nel tombino, dopo pochi secondi è fuoriuscita dallo scarico colorando di verde, per alcuni minuti, lo specchio acqueo oggetto di segnalazione.

Si procedeva, quindi, all’identificazione del legale rappresentante dell’impresa esecutrice dei lavori, e all’immediato sequestro probatorio del:

  • tombino di accesso/ispezione alla sottostante conduttura di acque bianche;
  • cassone di raccolta di rifiuti speciali contenente circa 3 tonn. di rifiuti speciali consistenti in materiali inerti e fanghi provenienti da attività di demolizione e costruzione;
  • 3 vasche ubicate all’interno dell’edificio di Largo Adua (vecchio sottopalco del teatro Kursaal), da dove proviene il materiale dei lavori di demolizione ed escavazione in corso.

Il tutto è stato affidato in custodia giudiziale gratuita all’indagato per il reato di “getto pericoloso di cose” (art. 674 Codice Penale)».

Sul caso è intervenuto Il dirigente della sezione Provveditorato ed economato della Regione Puglia, Mario Lerario. L’Ente regionale, ha infatti affidato all’azienda vincitrice dell’appalto i lavori per la ristrutturazione dello storico teatro: “Si tratta di un evento accidentale – dice – dovuto alla presenza di una falda superficiale che, a causa dei lavori di scavo del sottopalco, ha incontrato una vena acquifera superficiale, causando l’interscambio di acqua con il vicino litorale attraverso il canale di scolo delle acque meteoriche. La Capitaneria ha elevato apposito verbale, chiedendo la sospensione dei lavori per la sola area interessata, e ponendo la medesima a sequestro, chiedendo altresì all’impresa appaltatrice di effettuare opere di mitigazione in ordine alla successiva prosecuzione delle attività“.

Della cosa – prosegue Lerario – sono stati tempestivamente informati il direttore lavori, il Rup ed i competenti uffici regionali, che a riguardo hanno convocato l’appaltatore, per disporre la sospensione dei lavori dell’area interessata e per porre in essere le misure del caso. Allo stato l’appaltatore è prontamente intervenuto per evitare che l’accaduto possa verificarsi nuovamente, e sono in corso di valutazione misure di mitigazione definitive per la successiva ripresa dei lavori. L’accaduto, del tutto accidentale, riguarda lo sversamento di acqua di falda salinizzata e fanghiglia originata durante le operazioni di scavo in presenza di falda affiorante. Dagli esami effettuati in estemporanea è da escludere la contaminazione di sostanze inquinanti pericolose”.

Nella mattinata di oggi il personale della Guardia Costiera del Nucleo Operativo di Polizia Ambientale di Bari ha completato un intervento sul lungomare di Bari, già iniziato nella giornata di ieri, a seguito di una segnalazione pervenuta alla sala operativa della Capitaneria di porto in merito allo sversamento in mare, nello specchio acqueo antistante il Teatro KURSAAL SANTA LUCIA in Largo Adua, di una non meglio identificata sostanza che stava alterando visibilmente la colorazione dell’acqua.In quel momento era stata immediatamente verificata la presenza in mare di una grande chiazza di acqua biancastra, tendente al grigio, proveniente dallo sbocco di una conduttura di acque bianche presente al di sotto del lungomare. Avendo quindi accertato visivamente che quanto riversato in mare appariva come fanghiglia, era apparso subito chiaro un collegamento con il cantiere edile presente dalla parte opposta della strada, dove sono in corso i lavori di ristrutturazione dell’immobile ex “Kursaal Santa Lucia”.

All’interno del cantiere era presente un cassone metallico per la raccolta di rifiuti speciali provenienti da demolizione, nel quale erano depositati rifiuti di vario genere, tra cui anche fanghi prodotti dalla miscelazione dell’acqua con cemento, malta e detriti.

In più, si accertava la presenza di un tombino d’ispezione all’interno del cantiere, aperto, nel quale risultavano presenti due condutture a cielo aperto, in una delle quali (quella più bassa) vi era fanghiglia pressoché identica a quella riversata in mare a circa 20 metri di distanza.

Era quindi evidente che nel tombino all’interno del cantiere confluivano fanghi e percolato che tracimavano dal cassone di raccolta e si riversavano, vista la pendenza del piazzale, nelle condutture sottostanti.

Fattosi buio, le attività di controllo e verifica sono quindi riprese nella mattinata di oggi, allorquando i sospetti del giorno precedente hanno avuto conferma visto che la fluoresceina riversata nel tombino, dopo pochi secondi è fuoriuscita dallo scarico colorando di verde, per alcuni minuti, lo specchio acqueo oggetto di segnalazione.

Si procedeva, quindi, all’identificazione del legale rappresentante dell’impresa esecutrice dei lavori, e all’immediato sequestro probatorio del:

  • tombino di accesso/ispezione alla sottostante conduttura di acque bianche;
  • cassone di raccolta di rifiuti speciali contenente circa 3 tonn. di rifiuti speciali consistenti in materiali inerti e fanghi provenienti da attività di demolizione e costruzione;
  • 3 vasche ubicate all’interno dell’edificio di Largo Adua (vecchio sottopalco del teatro Kursaal), da dove proviene il materiale dei lavori di demolizione ed escavazione in corso.

Il tutto è stato affidato in custodia giudiziale gratuita all’indagato per il reato di “getto pericoloso di cose” (art. 674 Codice Penale)

Sul caso è intervenuto Il dirigente della sezione

Provveditorato ed economato della Regione Puglia, Mario Lerario. L’Ente

regionale, ha infatti affidato all’azienda vincitrice dell’appalto i

lavori per la ristrutturazione dello storico teatro: “Si tratta di un

evento accidentale – dice – dovuto alla presenza di una falda

superficiale che, a causa dei lavori di scavo del sottopalco, ha

incontrato una vena acquifera superficiale, causando l’interscambio di

acqua con il vicino litorale attraverso il canale di scolo delle acque

meteoriche. La Capitaneria ha elevato apposito verbale, chiedendo la

sospensione dei lavori per la sola area interessata, e ponendo la

medesima a sequestro, chiedendo altresì all’impresa appaltatrice di

effettuare opere di mitigazione in ordine alla successiva prosecuzione

delle attività”.

“Della cosa – prosegue Lerario – sono stati tempestivamente informati
il direttore lavori, il Rup ed i competenti uffici regionali, che a
riguardo hanno convocato l’appaltatore, per disporre la sospensione dei
lavori dell’area interessata e per porre in essere le misure del caso.
Allo stato l’appaltatore è prontamente intervenuto per evitare che
l’accaduto possa verificarsi nuovamente, e sono in corso di valutazione
misure di mitigazione definitive per la successiva ripresa dei lavori.
L’accaduto, del tutto accidentale, riguarda lo sversamento di acqua di
falda salinizzata e fanghiglia originata durante le operazioni di scavo
in presenza di falda affiorante. Dagli esami effettuati in estemporanea è
da escludere la contaminazione di sostanze inquinanti pericolose”.

martedì 21 Gennaio 2020

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Franco
Franco
4 anni fa

Ora bisogna chiedersi non solo come mai le acque bianche di un edificio pubblico scarichino direttamente in mare ma se altri manufatti in zona (compresi circoli esclusivi) facciano lo stesso.
L'impresa che lavorava al Margherita non poteva ignorare che le chiazze dei giorni scorsi fossero causate dai loro scarichi.