Cronaca

Scontro treni, la Regione Puglia non sarà responsabile civile nel processo

La Redazione
Il Gup del Tribunale di Trani accoglie le ragioni dell'ente. Rigettate quelle di Ferrotramviaria e Ministero dei Trasporti
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La società Ferrotramviaria e il Ministero dei Trasporti saranno responsabili civili (cioè soggetti tenuti a risarcire i danni) nel processo per lo scontro dei treni, che il 12 luglio 2016 provocò 23 morti e 51 feriti sul binario unico Andria-Corato; la Regione Puglia rimane, invece, nel processo solo come parte civile.

Lo ha deciso il Gup del Tribunale di Trani, Angela Schiralli, con apposita ordinanza letta durante l’udienza preliminare di oggi pomeriggio nell’aula bunker del carcere. Con questa ha accolto la richiesta di esclusione della Regione (costituita appunto già come parte civile) e rigettato, invece, le richieste di esclusione dal processo come responsabili civili avanzate dai difensori di Ferrotramviaria e Ministero dei Trasporti. In particolare, per Ferrotramviaria gli avvocati si erano opposti alla citazione sostenendo l’esclusione come responsabile civile per l’ente imputato.

Il Gup ha respinto queste argomentazioni, dichiarando “l’ammissibilità in sede penale dell’azione civile indiretta – tramite lo strumento della citazione del responsabile civile – contro l’ente coinvolto in un procedimento ai sensi del decreto legislativo 231/2001 (responsabilità amministrativa da reato per le società e gli enti, ndr)”. Respinta la richiesta di nullità degli atti di citazione, invece, nei confronti del Ministero, che dunque sarà responsabile civile al pari della Ferrotramviaria. Riguardo alla Regione, invece, il Gup ha accolto a richiesta di estromissione come responsabile civile “perché – spiega nell’ordinanza – la posizione di parte civile della Regione Puglia è inconciliabile con quella di responsabile civile” e, inoltre, l’ente “non potrebbe rispondere civilmente per un fatto illecito altrui atteso che (per quanto è dato evincere) nessun imputato è dipendente o funzionario della Regione Puglia”.

Durante l’udienza di oggi la Procura di Trani ha prodotto, formalmente, i 37 documenti relativi a indagini supplettive sul Ministero dei Trasporti e suoi funzionari, annunciati dai pm titolari dell’inchiesta Alessandro Pesce e Marcello Catalano in apertura di udienza preliminare il 16 luglio scorso. L’udienza è stata aggiornata al 25 ottobre, quando si entrerà nel vivo con le discussioni di accusa, parti civili e responsabili civili. La parola passerà alle difese degli imputati nelle successive udienze già calendarizzate (6, 8, 13 e15 novembre).

Davanti al Gup del Tribunale di Trani, Angela Schiralli, sono imputate 18 persone fisiche e una società per le quali la Procura chiede il processo. Si tratta dei due capistazione di Andria e Corato, Vito Piccarreta e Alessio Porcelli, in servizio la mattina dello schianto; del capotreno sopravvissuto Nicola Lorizzo; del dirigente coordinatore centrale (Dcc), Francesco Pistolato; dei vertici (all’epoca dei fatti) di Ferrotramviaria, il conte Enrico Maria Pasquini e la sorella Gloria Pasquini; del direttore generale, Massimo Nitti, e del direttore di esercizio, Michele Ronchi; e ancora di Giulio Roselli, dirigente divisione infrastruttura di Ferrotramviaria; Vito Mastrodonato, dirigente responsabile della divisione passeggeri di Ferrotramviaria; Francesco Giuseppe Michele Schiraldi, capo unità organizzativa tecnica responsabile del coordinamento delle attività delle unità tecniche di divisione e del supporto infrastruttura; Tommaso Zonno, coordinatore responsabile dell’unità tecnica trazione e scorta ferroviaria; Giandonato Cassano, coordinatore di ufficio responsabile dell’unità tecnica formazione e regolamenti unità sociale; Antonio Galesi, capo unità tecnica e responsabile unità tecnica movimento stazioni.

Il processo è stato chiesto anche per Virginio Di Giambattista, direttore generale della direzione generale per i sistemi di trasporto e impianti fissi e il trasporto pubblico locale, ed Elena Molinaro, direttore della divisione 5 della direzione generale-Tpl; Alessandro De Paola e Pietro Marturano, in qualità di direttori dell’Ustif di Puglia, Basilicata e Calabria (il primo dal gennaio al giugno 2011 e dal giugno 2013 al dicembre 2014, il secondo dal 19 febbraio 2015). I reati – contestati a vario titolo – dai pm Alessandro Pesce e Marcello Catalano sono quelli di disastro ferroviario, omicidio colposo e lesioni gravi colpose, omissione dolosa di cautele, violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e falso. Ferrotramviaria spa è imputata come persona giuridica e risponde dell’illecito amministrativo dipendente dai reati commessi da vertici e dirigenti.

Sono state ammesse come parti civili, solo nei confronti dei 18 imputati (persone fisiche), la Regione Puglia, i Comuni di Corato, Andria e Ruvo di Puglia, le associazioni Acu e Anmil, oltre ai parenti delle vittime e i feriti.

Immediato il commento dell’Astip, Associazione Strage Treni in Puglia 12 Luglio 2016: «il Giudice ha ammesso come responsabili civili: Ferrotramviaria Spa e Ministero dei Trasporti. Ora possiamo definirla strage di Stato».

La nota della Regione: «Nel processo penale relativo al disastro ferroviario del 12 luglio 2016, il Giudice dell’Udienza Preliminare ha escluso la Regione Puglia quale responsabile civile dei fatti che sono addebitati agli imputati. Questa decisione, ottenuta anche per l’impegno profuso dal suo difensore avv. Vincenzo Zaccaro, riconosce alla Regione Puglia il ruolo che Le è proprio, ossia quello di parte offesa in un procedimento che dovrà finalmente accertare le effettive responsabilità di quanto accaduto».

giovedì 18 Ottobre 2018

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