Non avrebbe denunciato prima per vergogna la dottoressa in servizio come guardia medica, presunta vittima di violenza sessuale da parte di un paziente all’interno dell’ambulatorio.
L’episodio, infatti, risalirebbe al dicembre 2016 ma la donna ha sporto querela solo 9 mesi dopo, nel settembre 2017, perché il suo aggressore avrebbe continuato a perseguitarla fino a minacciarla di morte. Da qui sarebbe scaturita la decisione di presentare denuncia.
Il reato di violenza sessuale, però, è procedibile solo a querela di parte e questa deve essere presentata entro sei mesi dal fatto. Il ritardo nella denuncia ha, quindi, determinato la scarcerazione dell’uomo con concessione dei domiciliari.
Resta a carico dell’uomo l’accusa di stalking (gli episodi sono più recenti) con riferimento alla quale i giudici ritengono che “la misura cautelare della custodia in carcere sia allo stato eccessiva”. Il 51enne resterà detenuto finché non sarà disponibile il braccialetto elettronico.