Cronaca

Violenze nel Cara, i poliziotti non ci stanno

La Redazione
Il Sap dopo gli ennesimi scontri di lunedì: «Rispettare la capienza originaria del centro per richiedenti asilo»
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“Giugno 2017: Rivolta al Cara di Bari, otto agenti feriti e tre arresti. Maggio 2017: Rissa al Cara di Bari, un morto. Dicembre 2016: Proteste nel Cara di Bari, ingresso bloccato. Settembre 2016: Rissa al Cara di Bari, otto persone ferite”.

Questi sono alcuni dei titoli dei quotidiani nazionali e regionali usciti negli ultimi mesi e presi come spunto dal Sap, il Sindacato autonomo di Polizia, per descrivere le problematiche connesse al centro di accoglienza per richiedenti asilo di Bari Palese.

Ultimo episodio, la violenta sassaiola di lunedì. «Risse, rivolte, strade bloccate, feriti, aggressioni agli agenti di Polizia – descrive John Battista, segretario provinciale Sap – sembra il bilancio di un quartiere ad alta densità criminale con 100.000 abitanti, invece è quello che avviene in un baraccopoli creata appositamente per gestire qualche centinaio di stranieri richiedenti asilo, ma che ne ospita anche più del doppio».

«Siamo in grado, almeno in questo fazzoletto di territorio che lo stato italiano ha progettato, allestito, finanziato e amministrato, di assicurare un livello sufficiente di controllo e di rispetto della legalità?» si chiede Battista. «Siamo in grado di assicurare il controllo del territorio all’interno di un perimetro recintato che si suppone presidiato e vigilato 24 ore su 24, che dovrebbe garantire la permanenza pacifica di soggetti identificati e schedati? Perché, se non siamo in grado di fare questo, come possiamo pretendere di garantire la sicurezza di un’intera città capoluogo?».

«Se non siamo in grado di contrastare il degrado di questo centro – incalza il Sap -, i crimini diffusi e le angherie che vi avvengono all’interno, se non siamo capaci di controllare chi e cosa entra ed esce dal centro, se non riusciamo a imporre il rispetto delle leggi italiane almeno qui, allora diciamolo chiaramente e pensiamo seriamente a cambiare mestiere».

Il sindacato chiede che il Cara di Bari «sia riportato immediatamente alla capienza originariamente prevista e che ad esso sia assegnato personale sufficiente (civile e militare) a garantire al suo interno il rispetto della legalità, la convivenza civile e un adeguato controllo dei suoi “ospiti” e delle loro attività».

mercoledì 28 Giugno 2017

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