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Nuovo polo della Giustizia, gli avvocati: «Il ministro Bonafede ci fa cadere le braccia»

La Redazione
Le dichiarazioni del ministro, ieri a Foggia, ritenute inaccettabili dagli avvocati del Foro barese. La replica del presidente dell'Ordine
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Sapete qual è stato il mio impegno a Bari. La mia prima visita da Ministro è stata proprio a Bari. La giustizia si celebrava nelle tende, a distanza di sei mesi, più o meno, siamo riusciti a dare un edificio che ha una sua dignità “.

Lo ha detto il ministro della giustizia, Alfonso Bonafede, parlando con i giornalisti dell’emergenza dell’edilizia giudiziaria a Bari a conclusione di una vista a sorpresa al Tribunale di Foggia.

Chiaramente – ha aggiunto Bonafede – c’è tanto da fare, c’è un progetto di cittadella giudiziaria anche a Bari su cui stiamo portando avanti il percorso che abbiamo già progettato”. “Speriamo di poter accelerare ulteriormente i tempi. I miracoli non si possono fare sappiamo che a Bari c’è il problema del cosiddetto ‘spezzatino’, lo chiamano così perché ci sono tanti edifici che ospitano gli uffici giudiziari. I cittadini sappiano che per il ministero della Giustizia ci sono situazioni di trincea, in cui riteniamo che la legalità, l’affermazione della legalità sia uno dei punti di partenza per il rilancio di una terra meravigliosa come questa “, ha concluso.

Considerazioni ritenute inaccettabili dalla comunità forense barese.

«La situazione è ormai insostenibile e continuiamo a vedere disinteresse del Ministero della Giustizia nei confronti dello stato emergenziale del nostro foro. Per questo torniamo a chiedere la nomina di un commissario straordinario per la gestione dell’edilizia giudiziaria a Bari” – ha dichiarato oggi il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Bari Giovanni Stefanì, commentando quanto detto ieri a Foggia dal ministro -. «Leggere che il ministro nutra la speranza di poter accelerare ulteriormente i tempi aggiungendo che i miracoli non si possono fare – dichiara Stefanì – ci fa cadere le braccia. Ma quale ulteriore accelerazione? L’ultimo atto ufficiale del Ministero, la firma del protocollo per la sua realizzazione, risale al luglio 2019 mentre l’ultima riunione allo scorso gennaio, quando i funzionari del Ministero garantirono tempi di record per le procedure riguardanti la nuova Cittadella della Giustizia. Da allora più nessuna notizia. Di quali record parliamo? In quale buco nero è finita la convenzione per la gara per la progettazione ancora da sottoscrivere? Nonostante il pressing del sindaco Decaro, di magistratura e avvocatura barese, nulla si sa in merito. Come da tempo suggerito e così come avvenuto per altre opere strategiche del Paese, invochiamo un commissario straordinario che possa recuperare il tempo fin qui perduto ».

«L’ennesima goccia che sta facendo traboccare il vaso – aggiunge Stefanì – è l’affannosa ricerca tra i cinema della città di una sede appropriata e sicura per l’affollato processo riguardante la Banca Popolare di Bari. Mi chiedo: possibile che non si riesca a trovare uno spazio pubblico che consenta lo svolgimento in sicurezza di un processo di così grande rilevanza sociale, peraltro un risparmio per le casse dello Stato? Sul tema auspichiamo che il tavolo di confronto che la commissione permanente provvederà a convocare, possa tenersi quanto prima e veda il coinvolgimento di tutte le istituzioni interessate a risolvere una vicenda che presenta importanti risvolti collettivi ».

Altro tema toccato da Stefanì è «l’ulteriore ritardo nei lavori di ristrutturazione del Tribunale di piazza De Nicola, da ultimarsi all’inizio di agosto ma ancora in corso, che costringeranno operatori della giustizia e cittadini nuovi e duraturi disagi a causa della chiusura dell’ingresso principale. Per quanto ancora dovremo pazientare attendendo la conclusione di lavori che si sa quando iniziano, ma mai quando finiscono?»

venerdì 18 Settembre 2020

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