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La Uaar su festa di San Sebastiano della Polizia Locale: «Pensavamo che il medioevo fosse terminato»

La Redazione
Inizia così la lettera che l'Unione Atei Agnostici e Razionalisti di Bari ha scritto a Comune e Polizia Locale sulla celebrazione in forma solenne del patrono dei vigili che ha causato non pochi disagi in centro lunedì scorso
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«Pensavamo che il medioevo fosse terminato da un po’ e che le processioni religiose fossero un retaggio del passato, ma a quanto pare eravamo ottimisti».

Inizia così la lettera aperta che l’Unione Atei Agnostici e Razionalisti di Bari ha scritto al Comune di Bari e al Comando della Polizia Locale sulla celebrazione in forma solenne di San Sebastiano Martire, patrono dei corpi di polizia locale, che ha causato non pochi disagi in centro lunedì scorso.

«Lunedì mattina – scrivono gli attivisti della Uaar barese – il centro della città di Bari si è fermato per celebrare San Sebastiano, evento mai avvenuto prima, e non se ne capisce il motivo: ammesso che questo tipo di manifestazione sia da considerarsi accettabile in una grande città multietnica, San Sebastiano non è il patrono della città, e neanche un santo locale. Andando a fondo, si scopre che è il santo patrono della polizia locale. Siamo allarmati da questo evento. Pensavamo che la polizia locale fosse un ente pubblico, parte integrante della Repubblica Italiana, e non dello Stato Vaticano. Volendo un motivo per celebrare, non si capisce perché si debba ricorrere a un santo cattolico, e non a un anniversario laico che coinvolgerebbe tutti».

«Inoltre – continua la Uaar -, si possono trovare certamente altre modalità di celebrazione, più private, che non implichino la paralisi della città con conseguenze anche su chi non è cattolico, non è interessato, semplicemente deve correre al lavoro o preferirebbe evitare l’inquinamento da traffico esasperato. Una parata militare degna del due giugno di un organo pubblico di gestione della sicurezza di tutti, per celebrare una ricorrenza religiosa alla presenza di vescovi e arcivescovi è un pericoloso tuffo nel buio di un passato che avremmo preferito dimenticare nella attuale cultura pluralistica e integrante. Allora perché non paralizzare la città anche il 4 novembre, giorno di san Carlo Borromeo, protettore dei maestri, o il 26 settembre, il giorno dei santi medici patroni dei dottori o il 22 giugno per San Tommaso Moro, patrono dei politici? A guardare bene se dovessimo festeggiare i santi patroni di tutti gli enti diventerebbe un’attività a tempo pieno. Ci si chiede chi e perché – conclude la Uaar – abbia finanziato questa iniziativa religiosa di un ente pubblico, e si auspica che il prossimo anno la polizia locale decida di festeggiarsi in modo più inclusivo, e anche più privato».

giovedì 23 Gennaio 2020

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Maria P.
Maria P.
4 anni fa

Invece di contestare la deriva militaresca della festa dei vigili in Corso Vittorio Emanuele l'Uaar tenta di spostare l'attenzione sulla celebrazione religiosa, che svoltasi nel Piccinni non ha disturbato per niente la circolazione.
Così facendo, con evidenti fini autopromozionali, l'Uaar ha creato un diversivo al vero problema, quello delle sfilate in stile militare che non hanno motivo di esistere in un corpo civile. Invece di prendersela con i fanti (marcianti) l'Uaar se la prende, ancora una volta con i santi, come da statuto.

Franco
Franco
4 anni fa

Ma che c'entra, la festa dei vigili si sarebbe fatta lo stesso, con sfilata dei “reparti”, fanfara, sciabole, petti gonfi e quant'altro.
A volte l'ateismo militante dell'Uaar fa vedere cose che non sono.
Dobbiamo dedurre che se si eliminasse (non si capisce perché) San Sebastiano tutto il resto, militarismo compreso, andrebbe bene.

Maria P.
Maria P.
4 anni fa

Non mi pare però che l'Uaar per coerenza abbia mai contestato la parata militare del 2 Giugno ai Fori Imperiali. Bari ha voluto (stra)fare nel suo piccolo qualcosa di simile. Esagerando.