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Giustizia barese: «Restituire al distretto la dignità che merita»

La Redazione
Anm, Magistratura Indipendente e ordine Avvocati chiedono che si prosegua con maggiore efficacia e tempestività il intrapreso percorso per la realizzazione del Polo della Giustizia barese nell'area delle ex Casermette
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«Nel solco di un dialogo istituzionale, rimarchiamo ancora una volta la grave situazione di criticità strutturale e le condizioni di forte precarietà in cui si amministra la giustizia nel distretto barese, ormai percepibile, non solo sull’evidente piano della frammentazione in otto sedi giudiziarie, bensì anche su quello delle risorse umane che professionalmente erogano il servizio».

Lo dicono Anm, Magistratura Indipendente e Ordine degli Avvocati in una nota al termine del confronto sul tema dell’edilizia giudiziaria e dell’aumento della pianta organica nel distretto che si è tenuto stamattina.

«È noto che in Puglia, in linea di continuità con il resto d’Italia, i processi hanno una lunga, spesso irragionevole durata, circostanza che incide negativamente sulle legittime istanze di giustizia della collettività e sullo sviluppo economico del territorio. Nonostante ciò, i magistrati del distretto barese sono tra i più produttivi della penisola (e d’Europa)».

«Bari ha un bacino di popolazione – e dunque di potenziale utenza – più alto di Palermo, Catania, Genova, ma un numero di giudici nettamente inferiore: 88 a fronte di 125 Palermo, 110 Catania, 92 Genova. Foggia, che ha un bacino di popolazione maggiore di quello di Santa Maria Capua Vetere, ha un organico di giudici di Tribunale pari a 65, a fronte di 88 del secondo. Se dal dato della popolazione si passa al numero dei procedimenti iscritti (cd. sopravvenienze) nel 2016, anche qui i giudizi iscritti a Bari sono prossimi a quelli di Palermo, Catania, ma anche di Torino, sebbene il numero dei magistrati in pianta organica a Torino sia pari a 165. Il divario negli anni – sottolineano Ordine, Anm e Magistratura Indipendente – è stato colmato quasi esclusivamente attraverso un’elevata produttività pro capite dei magistrati del distretto barese, che risultano primi nella classifica del censimento citato, con una performance pari a circa l’1,36% (media Bari- Foggia), a fronte di un indice dello 0,98% per Torino e per Genova, dell’1,10 per Santa Maria Capua Vetere, dell’1,00 per Reggio Calabria, dello 0,99 per Catania e dello 0,94 per Palermo».

«Non va trascurato – continua la nota – che la mobilità fisiologica verso migliori condizioni di lavoro rischia, nel lungo periodo, di compromettere la tenuta complessiva del sistema incentrato sul notevole lavoro finora profuso dal magistrato del distretto barese, in termini quantitativi e, soprattutto, qualitativi, nonché dal personale amministrativo, anch’esso fortemente sottodimensionato. E’ di questi giorni l’allarmante notizia che diciassette delle venti domande di trasferimento per il tribunale di Bari sono state revocate, nonostante il CSM abbia definito i posti “a copertura necessaria”, con la possibilità, quindi, di attribuire punteggi aggiuntivi per quanti li avessero ricoperti. È un dato che esprime chiaramente l’inadeguatezza delle piante organiche attuali e la forte sproporzione tra il carico di lavoro individuale (comprensivo di pendenze e sopravvenienze) e il numero complessivo dei giudici operanti sul territorio. Tanto si traduce nella durata inevitabilmente eccessiva dei processi, specie di quelli civili e, a sua volta, in costi notevoli per l’intera collettività, per la violazione dell’art. 6 § 1 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo che consacra il diritto del cittadino ad una risposta giudiziaria in tempi ragionevoli».

Dal 1°/7/2017 al 30/6/2018 sono stati 2.525 i giudizi definiti dalla Corte d’Appello di Bari in tema di equa riparazione per violazione del termine ragionevole del processo (cd. Legge Pinto l. n. 89/2001), a fronte dei 488 della Corte d’Appello di Lecce: «Questo significa che lo Stato paga, e non poco, per la propria inefficienza organizzativa».

«E’ dovere ed interesse primario di chiunque sia istituzionalmente coinvolto nell’organizzazione, nell’erogazione e nella fruizione del servizio giustizia, ma anche della società civile, e delle categorie sociali ed economiche che la compongono, attuare un’azione sinergica, decisa, monitorata con costanza, affinché si possa conformare lo stato di fatto ai reali bisogni, in termini di risorse materiali ed umane, colmando il divario tra situazioni obiettivamente inique».

«La novità, nonché l’occasione più importante, è oggi costituita dal deliberato aumento della pianta organica nazionale dei magistrati da parte della legge di bilancio del 2019 pari a 600 unità, di cui 520 destinati agli uffici di merito, di cui si è discusso nel recente incontro organizzato dalla Giunta ANM di Bari con il Vicepresidente del CSM, David Ermini. Nella consapevolezza che la scelta finale competa al Ministero «si tenga conto, oltre che dei dati demografici (numero di magistrati per numero di abitanti) e dell’incidenza della presenza imprenditoriale e commerciale nella zona di territorio considerata, anche dei dati statistici, in termini di pendenze e soprattutto di sopravvenienze di affari pro capite per singolo magistrato, senza trascurare, nelle sue caratteristiche qualitative, la tipologia di contenzioso, anche penale, che vede il distretto barese investito, come pochi altri nella nostra penisola, da una criminalità organizzata sempre più pervasiva, specie nel territorio foggiano».

«Si adottino – conclude la nota – le opportune ed improcrastinabili soluzioni organizzative e finanziarie per restituire alla magistratura del distretto la dignità che merita per aver sempre dato continuità all’azione giudiziaria con immensi sacrifici e perché si assicuri ai cittadini la tutela giudiziaria in ambienti sicuri e idonei, proseguendo con maggiore efficacia e tempestività il già intrapreso percorso per la realizzazione del cd. Polo della Giustizia barese nell’area delle ex Casermette».

lunedì 18 Febbraio 2019

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Franco
Franco
5 anni fa

È tutto condivisibile tranne l'annuncio del Sindaco Decaro di azioni eclatanti sul tema della sede (non è l'unico tema come si vede) dato che non vorremmo vedere iniziative teatrali sul solco delle tende per strada.